La mia Africa

“In Africa avevo una fattoria ai piedi degli altipiani del Ngong. A centocinquanta chilometri più a nord su quegli altipiani passava l’equatore; eravamo a milleottocento metri sul livello del mare. Di giorno si sentiva di essere in alto, vicino al sole, ma i mattini, come la sera, erano limpidi e calmi, e di notte faceva freddo.”

Proprio il 2 dicembre, ma del 1913, la signora Karen Christentze Dinesen partiva per l’Africa, con l’idea di comprare una fattoria e di vivere finalmente in un contesto diverso, più libero e maggiormente immerso nella natura.
Era accompagnata da un cugino, che sarebbe poi diventato il suo primo marito.

Continua a leggere La mia Africa

Al termine del ponticello

“Al termine del ponticello prendiamo la prima a destra seguendo il sentiero 720 ed entriamo nel parcheggio del parco dedicato a Cafiero Liberati, ex sindaco di Amelia. Oltrepassiamo la sbarra e proseguiamo lungo il percorso pedonale che costeggia il Rio Grande, seguendo le indicazioni per il Lago Vecchio e il Ponte Nuovo.

In questa zona, a seconda della stagione, si possono ammirare diverse varietà di uccelli acquatici. Alla nostra sinistra ci sono alcuni esemplari di alberi da frutta di varietà antiche, mentre alla nostra destra la vegetazione tipica delle zone umide (pioppi, salici, ecc.).”

Dalla “Guida al Cammino di Germanico”, scaricabile liberamente qui:

https://www.facebook.com/groups/3286521794902001

Vilnius 700

Il sogno di Gediminas sul lupo di ferro, 1835, Aleksander Lesser

Narra la leggenda che il granduca Gediminas, al termine di una giornata di caccia nella foresta sacra, si accampò nei pressi del fiume Vilnia per trascorrervi la notte.

Dopo essersi addormentato, cominciò a sognare un lupo di ferro in cima ad una collina, che ululava in modo strano, tanto che sembrava l’ululato di centinaia di lupi tutti insieme!

Continua a leggere Vilnius 700

Guglielmo Tell

Nessuno rispettava volentieri l’obbligo di inchinarsi di fronte a quel cappello che – infilato in cima ad un palo nella pubblica piazza – rappresentava l’odiata autorità imperiale degli Asburgo.

Questi erano odiati perché facevano pagare un oneroso pedaggio a tutte le merci che transitavano dal passo del San Gottardo, e gli Svizzeri erano stufi di pagare, pagare, pagare, per ogni cosa che passava di lì.

Wilhelm, ad esempio, non ne voleva proprio sapere, era più forte di lui, e quel giorno non abbassò la testa. Albrecht, il balivo, lo venne a sapere, e lo citò in tribunale.

Continua a leggere Guglielmo Tell

C’è qualcuno?

Non sono molto tecnologico, giusto un minimo, e quindi non seguo statistiche e cose del genere.

Però mi sono sempre domandato se questo sito avesse dei visitatori, e allora provo a porre la domanda direttamente: c’è qualcuno? Se sì, mi scrivete una riga di saluto tramite la pagina dei contatti?

Grazie!

Buon compleanno a Vlad III

Buon compleanno a Vlad III di Valacchia, il personaggio storico a cui si ispirò Bram Stoker, autore di uno dei miei libri preferiti, “Il Conte Dracula”, per tratteggiare il grottesco protagonista.

L’originale non era da meno, fu principe anziché conte, e particolarmente prodigo di impalamenti come metodo di uccisione dei condannati a morte, mentre non sono segnalate per così dire donazioni di sangue dei malcapitati.

Nato il 2 novembre, del 1431, per qualcuno fu un eroe, per altri meno, ma la storia ce lo ha consegnato così, e così ce lo teniamo.

Continua a leggere Buon compleanno a Vlad III

Io me la ricordo ancora

Io me la ricordo ancora, quell’ultima stanza del vecchio casolare di campagna, quasi ridotto ad un rudere, perché i miei nonni, ormai da tempo, si erano trasferiti in paese. Era l’unica in cui non ci pioveva, non c’erano più porte né finestre, ma lì le drupe un po’ verdi, un po’ viola, un po’ nere, a seconda del grado di maturazione, rimanevano ad asciugare, prima di essere portate al frantoio.

Continua a leggere Io me la ricordo ancora

Elogio della calvizie

“Andate al museo a cercare le statue di un Diogene, un Socrate o quale altro saggio volete: vi troverete al cospetto di una sfilza di calvi.

Un Apollonio e qualche altro affabulatore sono in realtà forniti di chioma ma appaiono calvi alla folla dominata dalle loro parole, dalla loro potente ciarlataneria: cosa riconosciuta dai legislatori quand’essi valutano onorevole la saggezza e riservano le pene agli stregoni. Con ciò, io ammiro Apollonio e vorrei che facesse parte davvero della schiera dei calvi.

Insomma, chi è saggio è calvo, chi non è calvo non è saggio.”

Chi sa, sa

In queste settimane nel nostro Paese si torna a scuola, o all’università. Studiare è bellissimo, se diventassi ricco altroché Ferrari o viaggio a Miami, impiegherei il mio tempo a studiare liberamente quello che mi interessa, ma non sono ricco e quindi… studio lo stesso, anche se meno di quello che vorrei.

Continua a leggere Chi sa, sa

Voglio vedere il mare

Fra tutti i pirati e i corsari italiani (perché ce ne furono anche del nostro Paese), quello che mi ha affascinato di più è stato Giuseppe Bavastro, un nome poco noto fuori dall’ambiente della nostra marineria.

Partorito da sua madre nella spiaggia di Sampierdarena, dalle parti di Genova, e subito dopo lavato con l’acqua salata del mare stesso, salì su una nave per la prima volta da neonato, messo in una cesta e trasportato da Genova a Nizza nell’imbarcazione di suo zio.
Un predestinato.

Continua a leggere Voglio vedere il mare

Squinternato!

Credo che tutti nella vita abbiano collezionato una serie ampia e variegata di aggettivi riferiti a sé stessi, un gruppone di elogi ed insulti variamente distribuiti, nella speranza che i primi abbiano enormemente superato i secondi.

Non ho mai fatto questo calcolo su di me, che poi risulta difficile, perché ci sono gli elogi e soprattutto gli insulti non dati direttamente a noi, ma magari comunicati ad altri, e quindi chissà.

Continua a leggere Squinternato!

Si chiamava Rollone

Si chiamava Rollone, che è un nome simpatico perché evoca pratiche semilegali, ma in realtà era un serissimo condottiero normanno.

Anche il soprannome non era male, il Camminatore, forse perché per la sua stazza pare non potesse salire su alcun cavallo, o più probabilmente per il suo continuo girovagare.

Era il 911, e Rollone il Camminatore stava per essere incoronato Duca di Normandia, il primo della serie.

Continua a leggere Si chiamava Rollone

Se fossi papa

Se fossi papa, mi terrei il mio nome, anziché cambiarlo, e sarei Marcello III, un po’ come Marcello II che guarda caso fu l’ultimo papa a tenersi il nome di battesimo senza modificarlo, una volta salito al soglio pontificio.

L’abitudine di cambiarsi il nome era probabilmente nata perché qualche papa del passato – credo che il primo fosse stato Giovanni II – avevano nomi che potevano creare qualche imbarazzo, questo ad esempio si chiamava Mercurio, e avrebbe fatto sorridere un papa col nome di una divinità pagana.

Continua a leggere Se fossi papa

Salute!

Sono ipocondriaco e una volta sono svenuto per una normale radiografia, sotto gli occhi sbigottiti del tecnico. Quando vado dal medico, cerco di minimizzare le cose che gli dico, e se lui mi fa una domanda del tipo “ti fa più male qui oppure qui?” io cerco di prevedere la risposta migliore, quella che suggerisce la prognosi più lieve, e dico quella, con evidenti conseguenze negative per una corretta diagnosi, ma tant’è.

Continua a leggere Salute!

L’ultima messa

Lo immaginavano tutti, che quella sarebbe stata l’ultima messa nella cattedrale di Santa Sofia: si poteva leggere il terrore negli occhi dei partecipanti, per la prima volta insieme, ortodossi e cattolici.

Maometto II, il sultano, da un paio di giorni aveva ordinato di sospendere i tiri di quel suo micidiale cannone, che lentamente – ma inesorabilmente – stavano sgretolando le imponenti mura di Costantinopoli, sotto assedio da settimane.

Una sosta prima dell’attacco finale.

Continua a leggere L’ultima messa

Mamma li Turchi

“Mamma li Turchi!”, urlavano a squarciagola ad Otranto in quell’estate del 1480, quando migliaia di pirati sbarcati dalle loro veloci navi posero l’assedio alla città e si diedero a violenze – ricambiate – di ogni genere.

I corsari barbareschi, nelle loro molteplici varietà – magrebini, turchi, cristiani convertiti – per secoli furono il terrore non solo delle città costiere, ma anche di qualsiasi nave si fosse trovata ad incrociare le loro, in mare aperto.

Continua a leggere Mamma li Turchi

Primo maggio

Sopra ci stava il popolo grasso, che erano i borghesi che avevano fatto i soldi, i padroni; e sotto ci stava il popolo magro, cioè la plebe, i salariati, i lavoratori senza diritti, insomma.

Il malcontento di questi ultimi cresceva, cresceva, covava sotto la cenere, si trasformava in risentimento, in odio verso chi li privava non solo della possibilità di riunirsi in associazioni di categoria, ma anche di entrare in politica per cercare di migliorare le proprie condizioni.

Era maggio, come ora, e uno di questi operai decise che era giunta l’ora di ribellarsi a queste infami condizioni di lavoro. Radunò gli altri lavoratori più sfruttati, promosse uno sciopero, cercò di organizzare una sorta di fratellanza fra tutti loro, per far sentire la propria voce.

Continua a leggere Primo maggio