Squinternato!

Credo che tutti nella vita abbiano collezionato una serie ampia e variegata di aggettivi riferiti a sé stessi, un gruppone di elogi ed insulti variamente distribuiti, nella speranza che i primi abbiano enormemente superato i secondi.

Non ho mai fatto questo calcolo su di me, che poi risulta difficile, perché ci sono gli elogi e soprattutto gli insulti non dati direttamente a noi, ma magari comunicati ad altri, e quindi chissà.

Ad ogni modo, stavo riflettendo su questa cosa e ho cercato di pensare quale fosse stato uno degli aggettivi pronunciati, nei miei confronti, che mi abbiano colpito di più, e togliendo dall’elenco quelli impronunciabili e molto negativi, mi è tornato alla mente un “sei uno squinternato!” che mi fu rivolto davvero tanti anni fa, così tanti che mi ricordo la persona che me lo disse, ma non il motivo, ad ogni modo aveva sicuramente ragione.

“Squinternato” è una parola alla quale mi sono affezionato, non tanto come “magari”, ma poco ci corre. Fu studiando biblioteconomia e bibliografia all’università che imparai da dove veniva questo termine, il quinterno era un insieme di cinque fogli piegati, sovrapposti e rilegati l’uno con l’altro, a formare una serie di pagine, una specie di parente ricco del quaderno, che invece era formato da quattro fogli e che poi ha dato nome a quel fascicoletto più ampio che tutti nella nostra vita abbiamo avuto tra le mani, dalla scuola in poi.

Squinternare quindi vuol dire scomporre, sfasciare, scombinare un fascicolo di quel genere, e squinternato sarebbe chi è un po’ sgangherato.

Che poi non so perché si dica squinternato e non squadernato, a suo tempo non so cosa risposi, ci sarebbe stato bene un “meglio squinternato che squadernato come te”, ma non mi venne a mente, e quasi quasi ora appena pubblicato il post glielo scrivo in un messaggio su whatsapp, chissà cosa mi risponde, è un po’ che non ci si sente, con ‘sto squadernato del mio amico.