“Mamma li Turchi!”, urlavano a squarciagola ad Otranto in quell’estate del 1480, quando migliaia di pirati sbarcati dalle loro veloci navi posero l’assedio alla città e si diedero a violenze – ricambiate – di ogni genere.
I corsari barbareschi, nelle loro molteplici varietà – magrebini, turchi, cristiani convertiti – per secoli furono il terrore non solo delle città costiere, ma anche di qualsiasi nave si fosse trovata ad incrociare le loro, in mare aperto.
Un po’ corsari, un po’ pirati, a volte anarchici navigatori predoni che di fronte ad un possibile bottino non arretravano di un passo, o di un miglio, per meglio dire.
Talmente pericolosi, che persino gli Stati Uniti, che verso la fine del Settecento, da poco diventati indipendenti, erano piuttosto diversi dalla mentalità di oggi, pensarono bene che sarebbe stato meglio pagare una sorta di tributo – oggi diremmo pizzo – nei loro confronti, in cambio della libera circolazione delle proprie navi mercantili. Pare che decine di migliaia di dollari di allora furono stanziati dal Congresso, per ottenere un po’ di tranquillità.
Vanamente, perché poi gli attacchi alle navi, da parte dei corsari barbareschi, non si fermarono mai, e questo fu uno dei motivi che spinsero gli Stati Uniti a dotarsi di una vera e propria Marina Militare.
Occorsero due guerre, nei primi anni dell’Ottocento, che si chiamarono Prima e Seconda guerra barbaresca, per avere ragione dei pirati. La prima di esse, venne dichiarata proprio dai corsari, contro gli Stati Uniti, e proprio oggi, il 10 di maggio.
Ma l’America avrebbe avuto la meglio, anche grazie alla guida di un ammiraglio che si chiamava Stephen Decatur, il quale sarebbe diventato per questo motivo una sorta di erore nazionale, e che viene ricordato sia per la sua grande umanità nei confronti dei (propri) marinai, sia perché terminò precocemente la propria esistenza in un duello di quelli che si praticavano spesso in quel tempo.
Poi anche gli inglesi ci misero del proprio, vincendo delle battaglie con loro, e pure i francesi, che attaccarono vittoriosamente uno dei porti dove si rifugiavano i pirati, ad Algeri, e che – dato che c’erano – si fecero prendere la mano ed iniziarono a colonizzare tutto il paese, ma questa è un’altra storia.
Un milione, un milione di europei si pensa sia finito tra le mani di questi predoni durante i loro attacchi, e chissà che sorte sarà toccata loro. Ma la schiavitù non era una prerogativa solo di questi pirati, c’era in tutto il mondo, e a veder bene, c’è ancora dappertutto, pure da noi, sebbene in altre forme.