Ho cominciato a scrivere biografie

Ho cominciato a scrivere biografie alla fine degli anni Novanta.

La prima persona alla quale confidai questo mio progetto lavorativo, fu la professoressa Elena Fasano Guarini, durante uno degli incontri per la stesura della mia tesi, la quale mi incoraggiò a perseguire questo obiettivo.
Dopo alcune settimane, consegnavo il mio primo lavoro di questo tipo, che mi era stato commissionato da una gentile signora di Fossano, in provincia di Cuneo.
E da allora non ho più smesso di scrivere storie di vita.

Credo che ogni persona abbia una storia da raccontare, e mi dispiace se per mancanza di tempo, di tecnica, o peggio perché non ci si considera degni di ricordo, la maggior parte delle storie vada perduta per sempre. Non so cosa darei per avere la biografia dei miei bisnonni, dei nonni, ma anche dei miei genitori, ora. Ho scritto biografie di persone anziane, ma anche di quarantenni che avevano il desiderio di raccontarsi.

Lavoro ovunque, in Italia e all’estero; non arrivo con un contratto da firmare, ma con il desiderio di capire se dal nostro incontro può nascere un libro, che è sempre differente l’uno dall’altro: le biografie sono come un abito sartoriale, si devono adattare perfettamente alla persona che le commissiona, un lavoro delicato ed artigianale.

Magari faccio al caso vostro, e se ne volete sapere di più sono qui: 342 8784501

Marcello Paolocci

Da dove comincio

C’è imbarazzo, da dove comincio, mi chiedi, da dove vuoi, rispondo, forse da bambino, può essere un’idea, comincia il racconto, che poi si interrompe, faccio una domanda, ottengo una risposta, e poi si divaga, la storia è interessante, andiamo fino in fondo, ma poi torniamo all’inizio, questo non interessa a nessuno, dici, a me invece interessa, dico, e si prende un’altra strada, vedi che avevo ragione, e i nomi diventano tanti, qualcuno lo confondo, interrompo un istante, ma questo chi sarebbe, l’imbarazzo è passato, la conversazione è piacevole, i dolori vengono fuori, quella è una lacrima, ma pure le gioie, quello è un sorriso, mi ripeti una parola, il taccuino si riempie, questa te la racconto io, e tu mi ascolti, ci facciamo un caffè, mentre pensi ad una cosa, e con la tazzina in mano, poi me la dici, sarebbe bella una foto qui, ce l’ho, la devo solo trovare, magari la prossima volta, sono passate due ore, fermo il registratore, la tua storia sta diventando un po’ mia, sarà bellissima, vedrai.

Il mestiere di biografo, da quasi trent’anni.

La pagina bianca, per iniziare a raccontare la storia di una vita

Tante ore trascorse ad ascoltare e a prendere appunti.
Le domande per capire meglio, il piacere di conversare.
Le centinaia di pagine di trascrizioni, fatte a mano, perché riascoltare i dialoghi ti fa scoprire cose che al momento ti erano sfuggite.
L’elenco degli episodi, le cose che ti hanno colpito di più, quelle che la persona vuole che ci siano.
I personaggi che diventano familiari.
La pagina bianca, per iniziare a raccontare la storia di una vita.
Le dita che cominciano a battere veloci sulla tastiera, ed è tutto un fluire di emozioni.
Il mestiere di biografo, da quasi trent’anni.

Il mestiere di biografo

Può essere come stamattina in una cucina, o in sala, oppure in biblioteca, o in un bar, e perché no, sulla panchina di un parco. Talvolta il computer, ma sempre il blocco per appunti, la penna, il registratore, e vari documenti, diari, lettere, qualsiasi cosa parli di una vita. E poi un mare di parole, che fluiscono liberamente, nell’assoluta riservatezza.

Ogni volta che inizio, è una grande emozione.

Il mestiere di biografo, da quasi trent’anni.