La prima volta che ho sentito parlare di Mosè Bertoni

La prima volta che ho sentito parlare di Mosè Bertoni era il marzo del 1988, e avevo tra le mani un volumetto che ne narrava la vita, un dono che mi aveva fatto un amico massese di nome Paolo.
L’ultimo volta che mi è venuto in mente Mosè Bertoni è stata qualche settimana fa, mentre mi muovevo velocemente tra gli scaffali di un supermercato.

Mosè Bertoni era nato verso la metà dell’Ottocento in un piccolo villaggio di montagna della Svizzera Italiana. Appassionato di tante cose, studiò prima diritto, e poi biologia, senza però conseguire la laurea in botanica, che era la sua passione.

Come molte famiglie di quel tempo, si trasferì in Argentina, dove provò a fondare una sorta di comune basata sui suoi ideali anarco socialisti, ma senza successo.
Si spostò allora in Paraguay, dove poi sarebbe rimasto tutta la vita, e dove nel 1893 fondò una colonia agricola, non lontano dalle cascate dell’Iguazù, tra la popolazione dei Guaranì, che forse ricordiamo per il film Mission.
Era indubbiamente un contadino, ma un contadino curioso e anche un po’ scienziato, per cui si dedicò a studi che spaziavano dalla meteorologia alla geografia, dall’agronomia alla zoologia, studi di grande valore.

Il luogo dove lui fondò questa seconda colonia, venne poi in seguito chiamato in suo onore Puerto Bertoni, un luogo dal quale lui e i suoi collaboratori, per lo più membri della sua famiglia, tessero relazioni internazionali di scambio di informazioni, assai importanti per la scienza.
Quella era una zona povera, con poche risorse, in mezzo ai giungla, ma Mosè Bertoni riuscì anche ad installarvi una tipografia che funzionava a pedali, per mezzo della quale realizzò gran parte della sua produzione letteraria.

La Prima guerra mondiale portò la crisi anche in Paraguay, e il suo gruppo di collaboratori si disperse in giro per il mondo. Mosè si trovò improvvisamente povero, e gli ultimi anni della sua vita li trascorse in difficoltà. Socialista e cristiano, vegetariano, sobrio, salutista, rifiutava l’alcool e il fumo, una via di mezzo tra Tolstoj e Thoreau. Purtroppo molti suoi scritti sono andati dispersi.
Non so se a lui sia stato dedicato un film in qualche parte del mondo, ma credo che lo meriterebbe. In Paraguay è considerato un personaggio importante, a lui sono dedicate strade, scuole, villaggi e anche un piccolo museo.

Mosè Bertoni fu il primo a classificare la Stevia, una pianta che oggi viene impiegata come dolficante, e che ho notato in un barattolino mentre mi muovevo velocemente tra gli scaffali di un supermercato.