L’idea mi è venuta leggendo un romanzo

19 maggio 2025
Spilimbergo (PN)
Mattina

L’idea mi è venuta leggendo un romanzo di Jules Verne, appena uscito. Ma costruire un pallone non è stato semplice. Siamo circondati dai prussiani, pronti a stringere la morsa da un momento all’altro.
Ho paura.
Penso a tutti quelli che hanno contribuito a realizzarlo. In questa Parigi assediata, ogni gesto è stato un atto di resistenza. Marinai e gendarmi hanno annodato le corde, operai hanno intrecciato il cesto di vimini. Quel fotografo – come si chiama? Ah, sì, Nadar – ha messo a disposizione i suoi atelier per preparare gli involucri.
Poi c’è chi li ha trasportati fino alla Gare d’Orléans per verniciarli e cucirli. E chi ha riempito i motori di combustibile.
Ma ce l’abbiamo fatta.
Oggi è il 7 ottobre 1870 e le gambe mi tremano. Victor Hugo passa, mi guarda, prende appunti. Dall’altra parte, Alphonse Daudet e Louis Blanc scuotono la testa.
L’amico Eugène mi chiama, il pilota Alexandre è già a bordo. Prendo il sacco di volantini da lanciare oltre le linee tedesche, mi arrampico e mi butto dentro.
Un attimo. Le corde vengono tagliate, il pallone si solleva, il cuore batte all’impazzata. La folla grida “Viva la repubblica!”, io rispondo “Lunga vita!” e mi sdraio nel cesto, perché le gambe non mi reggono più.

[Nell’ottobre 1870, Léon Gambetta, ministro degli Interni, lasciò Parigi in mongolfiera insieme a Eugène Spuller e al pilota Alexandre Tricher, veterano di settantotto ascensioni.
La destinazione era Tours, dove avrebbe riorganizzato la difesa della Repubblica.
Il pallone decollò da Montmartre verso le undici del mattino, tra la folla che acclamava. Ma Tricher, spaventato dal fuoco prussiano, perse più volte il controllo e cercò conforto bevendo rum.
Atterrato per la prima volta in un villaggio occupato dai tedeschi e ripartito in fretta, appena in tempo per evitare la cavalleria prussiana, un proiettile colpì poi di striscio la mano di Gambetta.
Lasciato il pallone in mezzo alla campagna, i fuggitivi raggiunsero prima Rouen, e poi Tours, in treno.
Quel volo entrò nella coscienza popolare come simbolo di coraggio repubblicano e mi è tornato in mente stamani, che dovrei fare lezione sulla guerra franco-prussiana.]

(Da settembre 2024 a giugno 2025 sono in cammino con Strade Maestre)

Marcello Paolocci