A me andare a votare ha sempre emozionato

A me andare a votare ha sempre emozionato.
Lo farò anche domenica, alle suppletive dell’Umbria, dato che dobbiamo sostiture Donatella Tesei, senatrice, diventata presidente della Regione, e quindi non più presente a Palazzo Madama.
E mi emozionerò ancora.

Dalla sera precedente, quando prenderò dalla cartellina il mio certificato elettorale, per lasciarlo in bella vista sul tavolo della cucina in modo da non dimenticarmi.
Voterò di mattina, perché voglio togliermi il pensiero, e mi dico sempe che magari se mi succede qualcosa durante il giorno, almeno ho già votato.
Entrando al seggio, l’emozione salirà, e ancor di più quando con la scheda e la matita in mano, entrerò nella cabina.
La X segnata con cura, la piegatura della scheda, l’uscita con gli occhi di tutti addosso – almeno quella è l’impressione – e l’inserimento nell’urna.
Il saluto ai presenti, l’uscita, e un senso di sollievo per un dovere assolto.
Non mi sono mai abituato.
Domenica voterò per la sanità pubblica.
La sera non guardo mai la maratona elettorale, vado a letto presto. Aspetto solo i primi risultati, quelli che ti propongono appena chiusi i seggi.
Giusto il tempo di vedere che ho perso, come al solito.