Guida al Cammino di Germanico

Versione 1.01

Introduzione

Amelia è bellissima.
Il viaggiatore che si trova a percorrere la strada regionale Amerina, provenendo da Orvieto, rimane incantato quando essa appare improvvisamente dietro ad una curva, con il suo profilo antico.
Ma anche chi viene dalla direzione opposta, da Narni, quando se la vede spuntare di colpo, rimane senza fiato e prova la stessa emozione.
E’ impossibile descrivere in poche parole tutti i tesori di Amelia, i palazzi, le chiese, i vicoli, le piazze, i negozi di artigianato, i locali dove mangiare e bere, e d’altro canto non è il compito di questa guida.

Amelia è bellissima, ma il suo territorio non è da meno. Uno dei comuni più vasti dell’Umbria, situato nella zona sud ovest del “cuore verde d’Italia”, là dove i monti Amerini degradano dolcemente verso la valle del Tevere.
Un territorio diviso in frazioni, piccoli paesi spesso abbarbicati in cima ad una collina, che come perle incastonate su una corona, fanno da cornice al capoluogo, lo vedono da lontano, e da esso si fanno vedere.

Il Cammino di Germanico è un percorso ad anello di circa 70 km che parte da Amelia e raggiunge una dopo l’altra tutte le sue sette frazioni, per poi tornare al capoluogo.
Sambucetole, Collicello, Macchie, Porchiano del Monte, Montecampano, Fornole, Foce e infine di nuovo Amelia. Otto tappe che variano dai cinque ai quindici km, e che quindi possono anche essere fatte in tre o quattro giorni, unendone due o tre, dai camminatori più esperti.

Il Cammino prende nome dalla statua bronzea di Germanico, ritrovata negli anni Sessanta a pochi passi da Porta Romana, restaurata e ora visibile al pubblico che visita il locale museo archeologico.
Come tutti i cammini che si rispettino, anche questo prevede la timbratura delle credenziali, almeno uno per ogni frazione, e quando si completa il giro, e si torna ad Amelia, mostrando il documento si ha diritto ad un ingresso a prezzo ridotto al museo, per poter vedere finalmente di persona la magnifica statua.

La segnaletica

Il Cammino di Germanico è accuratamente segnalato tramite segnavia, pali, adesivi. Il colore di riferimento è il blu. L’utilizzo della segnaletica, della descrizione passo passo presente in questa guida e dei file gpx che si possono richiedere gratuitamente dal sito www.camminodigermanico.it, permette di percorrere tutte le tappe in assoluta sicurezza.

Il gruppo di Guide che ha pensato e realizzato questo cammino, si occupa anche della manutenzione e del continuo miglioramento del percorso. Chi percorre il cammino può contribuire a questa attività di cura e mantenimento segnalando prontamente allo staff eventuali criticità si dovessero manifestare.

Sentieri Amerini

E’ questo il nome di un importante progetto che ha mappato e segnato sul territorio Amerino decine di sentieri su una vasta area che comprende oltre ad Amelia anche i comuni limitrofi di Alviano, Attigliano, Avigliano Umbro, Baschi, Giove, Guardea, Lugnano in Teverina, Montecastrilli, Montecchio, Penna in Teverina. La numerazione dei sentieri varia da 700 a 799.

Parte del Cammino di Germanico si svolge lungo alcuni di questi sentieri (e lo si può vedere per la doppia presenza del segnale blu e di quello bianco e rosso), mentre altre parti sono su percorsi originali (dove vi è soltanto il segnale blu).

Per una completa visione d’insieme di tutti i sentieri di questo territorio, consigliamo l’acquisto della mappa in scala 1:25.000 dei Monti Amerini edita da 4Land. Al momento, l’ultima edizione disponibile (2022) non evidenzia ancora l’intero percorso del Cammino di Germanico, ma vi sono visibili tutti i sentieri e i tragitti che esso utilizza.

Altra risorsa utile per i camminatori è il sito www.sentieriamerini.it, dove si trovano tutte le informazioni che consentono di usufruire pienamente di tutta la rete sentieristica disponibile.

I parcheggi

Ad Amelia sono presenti alcuni parcheggi gratuiti.

Tra questi suggeriamo il parcheggio davanti alla Coop al quale si accede da via Primo Maggio. Una seconda opportunità è rappresentato dal parcheggio al Campo della Fiera, tenendo però presente che il lunedì va liberato perché vi è il mercato. Una terza possibilità è data dal parcheggio che si trova davanti alla scuola primaria Orsini, in fondo a via del Mattatoio. Infine, in alcuni periodi dell’anno, è disponibile anche il Campo dei giardini, in fondo alla passeggiata che costeggia i giardini pubblici.

Per queste ed altre soluzioni è opportuno informarsi preventivamente presso il comando della Polizia Locale (tel. 0744 976201 – 0744 978449 – 335 5415555), per eventuali aggiornamenti ed integrazioni.

Come arrivare ad Amelia

Amelia è una città che si raggiunge facilmente, sia con mezzi propri, sia con quelli pubblici.

Situata lungo la Strada Regionale 205 che collega Narni Scalo con Orvieto, può godere anche di una uscita dedicata sulla Strada Statale 675 che collega Terni con Orte e Viterbo. Anche l’Autostrada A1 è vicina, e in questo caso le due uscite di riferimento sono quelle di Attigliano, se si viene da nord, e di Orte se si viene da sud. In tutti i casi c’è una chiara segnaletica che permette di giungere in città.

Per quanto riguarda i mezzi pubblici, la stazione ferroviaria di riferimento è quella di Narni – Amelia, sulla linea Roma – Ancona, situata a Narni Scalo. Da qui è possibile arrivare in città con i mezzi di Busitalia. Una seconda stazione di riferimento è quella di Attigliano, sulla linea tradizionale Firenze – Roma, anch’essa servita poi dai mezzi di Busitalia.

Da Roma e da altre località vi sono anche pullman low-cost di vari operatori, che si possono facilmente trovare online.

In tutti i casi, è opportuno informarsi dettagliatamente per gli orari e le corse presso le varie aziende di trasporti.

Alcune proposte per affrontare il Cammino

Ci sono molti modi per affrontare il Cammino di Germanico.

C’è quello “classico”, ogni camminatore sceglie il numero di tappe che vuole fare in un giorno (alcune sono brevi, si possono unire tra di loro), pernotta in una struttura, e il giorno dopo riparte per la tappa o le tappe successive.

Poi c’è quello che potremmo definire “lento”.

Ogni camminatore si ferma due notti anziché una alla fine di ogni tappa. Il cammino si fa un po’ più lungo, ma il secondo giorno può visitare quello che di bello c’è nella frazione in cui ha deciso di fermarsi. E riposarsi un po’! Ad esempio a Porchiano del Monte può raggiungere il Sentiero di Palliccio, oppure a Collicello percorrere il famoso Anello, e via discorrendo.

Un terzo modo è quello che potremmo scherzosamente definire “fermo”.

Mettiamo che siete una famiglia, lui o lei ama camminare, lei o lui preferisce stare in piscina magari con i bambini. Che problema c’è? Nessuno. Chi fa il cammino si fa accompagnare ogni giorno all’inizio della tappa che vuole percorrere, e poi al termine della giornata si fa venire a riprendere per tornare dal resto della famiglia, lì dove hanno deciso di sostare per qualche giorno. Il giorno dopo, nuovo trasferimento di chi cammina all’inizio della tappa successiva, e analogamente un passaggio alla sera al termine del camminata quotidiana per tornare all’agriturismo. Un modo che mette d’accordo tutti!

Per qualsiasi di questi metodi, poi, c’è anche la possibilità di usufruire di un servizio che porta gran parte dei bagagli al luogo scelto per il pernotto, in modo tale che chi cammina porta con sé soltanto quello che gli occorre per la tappa, e non tutto il resto. Come vogliamo chiamarlo? “Comodo”!

Bancomat, uffici postali, banche

Sono presenti sportelli automatici per il prelievo del contante ad Amelia e nella frazione di Fornole.

Uffici postali, con orari limitati, sono presenti oltre che nelle due sopracitate località anche nella frazione di Porchiano del Monte.

Ad Amelia sono infine presenti diverse filiali di banche.

L’attrezzatura e il vestiario

Il Cammino di Germanico è un cammino adatto sia agli esperti (che percorreranno in un giorno più di una tappa) sia ai principianti. A beneficio di questi ultimi, riportiamo brevemente alcune indicazioni utili sull’attrezzatura e sul vestiario, pur non essendo questo un manuale di escursionismo.

Zaino
E’ l’elemento fondamentale dell’attrezzatura dei camminatori. Non deve essere né troppo grande né troppo piccolo, ma certamente 40 litri circa di capienza sono il valore che si può prendere in considerazione in un cammino del genere, dove il percorso tra una frazione e l’altra non è mai eccessivamente lungo. Chi sa gestire gli spazi e il necessario, potrà utilizzare tranquillamente anche uno zaino più piccolo, nell’ordine dei 35 litri.

A parte le dimensioni, quello che bisogna prendere in considerazione è il peso dello zaino una volta che lo abbiamo riempito del necessario. In linea di massima, esso deve rappresentare circa il 10 o al massimo il 15 per cento del peso corporeo, per potersi muovere senza eccessivo affaticamento.

Qualcuno ha detto che riempire lo zaino è l’arte di lasciare a casa le cose inutili, e ha pienamente ragione. Non sono poche le persone che durante un cammino sono costrette a lasciare per strada oggetti inutili, o a rispedirli a casa. Confrontarsi con chi lo ha già fatto, negli appositi gruppi sui social, è spesso molto utile.

Scarpe
Insieme allo zaino rappresentano l’aspetto più importante per la riuscita di un cammino, e in più hanno un ruolo fondamentale nella sicurezza dell’escursionista. Il Cammino di Germanico non prevede luoghi particolarmente impervi e pericolosi, non vi sono burroni o tratti esposti. Ci sono alcuni brevi tratti dove la presenza di sassi sul percorso sconsiglia l’utilizzo di scarpe troppo leggere, ed altri dove per la breve ma ripida salita in mezzo ad un bosco è consigliato l’utilizzo di suole scolpite di qualità per favorire l’aderenza. Bisognerà poi fare una attenta valutazione alle previsioni del tempo e alla stagione in cui lo si percorre e adeguarsi di conseguenza.

Vestiario
E’ ormai pratica comune per l’escursionista vestirsi a strati, in modo tale da poter adattare ciò che abbiamo addosso alle mutevoli condizioni di temperatura e di meteo anche nell’ambito della stessa giornata. Un primo strato, a contatto con la pelle, avrà lo scopo di offrire una buona traspirazione, per allontanare il sudore dal corpo. Il secondo strato invece, dovrebbe avere più una funzione termica, quindi proteggerci dalle temperature più rigide e può essere composto a sua volta da un paio di indumenti (si va dal pile leggerissimo a quello più consistente). Al terzo strato diamo il compito di proteggerci dal vento, mentre il quarto e ultimo strato dovrà proteggerci dalla pioggia.

Una particolare attenzione va rivolta anche alle calze: se per qualcuno sono comode quelle abituali in cotone, altri si trovano meglio con quelle sportive che hanno particolari accorgimenti che limitano il rischio di vesciche ai piedi.

Cappello e guanti forniscono un piacevole rimedio contro il freddo, ma il primo è particolarmente utile anche nelle camminate estive, per proteggerci dal sole.

Queste indicazioni, necessariamente di massima, andranno adattate al periodo in cui effettuiamo il cammino. In un buon negozio di articoli da montagna troveremo consigli e materiali adatti, tenendo anche presente che in questo settore vengono prodotti in continuazione nuove fibre e tessuti.

Le credenziali

Nel sito www.camminodigermanico.it è possibile scaricare il pdf che, una volta stampato, servirà ad apporvi i timbri che attestano il passaggio in ciascuna frazione. Il requisito minimo per ottenere lo sconto finale per l’ingresso al Museo è di averne almeno uno per frazione, ma i camminatori sono liberi di farsene timbrare anche di più in ciascun paese, finché vi è spazio sufficiente sulla credenziale.

Sono validi sia i timbri personalizzati con il logo del Cammino, sia quelli privati di ogni struttura.

Breve storia delle frazioni

Sambucetole
Il castello di Sambucetole viene fondato alla fine del Duecento da Amelia come baluardo contro il vicino castello di Laguscello e contro Todi, eterna rivale. Dopo pochi anni il suo nome è presente all’interno degli Statuti di Amelia del 1308.
All’inizio del Quattrocento subisce la devastazione da parte di Francesco degli Atti prima e da Paolo Orsini poi. A partire dal 1425 Amelia si impegna nella sua risistemazione, obbligando la popolazione che era fuggita a rientrare, pena la confisca dei beni. Ma è solo verso il 1471 che si completano ricostruzione e ripopolamento, grazie anche all’arrivo di alcune famiglie di coloni destinate a lavorare i terreni circostanti.
Il castello era circondato da mura ed aveva un’unica porta di accesso. I lavori eseguiti alla fine dell’Ottocento ne hanno modificato le sembianze, anche se è possibile ancora scorgervi alcuni tratti di mura e tre torri di difesa. Una di queste è stata poi trasformata in campanile.

Collicello
Per lungo tempo ha rappresentato l’estrema difesa di Amelia contro Todi. Viene sottomesso definitivamente alla città amerina nel 1342, tramite un giuramento di fedeltà. Ai primi del Quattrocento viene costruito un fortilizio tra le sue mura, anche per difendersi meglio dalle mire espansionistiche della famiglia Chiaravalle, ma questi ultimi intorno al 1460 lo attaccano e lo danno parzialmente in fiamme. Più tardi, nonostante alcune iniziative di Amelia per rendere la sua difesa più efficiente, i Chiaravallesi lo attaccano nuovamente, distruggendolo quasi completamente. Passano alcuni mesi e la reazione si fa sentire: nel 1462 le truppe amerine insieme a quelle pontificie, comandate da Raffaele Caymo, sconfiggono duramente i Chiaravalle e successivamente il castello di Canale che apparteneva a quella famiglia viene distrutto su ordine di papa Pio II. All’inizio dell’Ottocento il territorio di Collicello entra a far parte definitivamente di quello di Amelia, diventandone una delle frazioni.

Macchie
Viene citato nei documenti storici come Castrum Machiae (oppure Maclis), e il suo nome deriva dalle grandi estensioni di boschi che lo circondano. Fu possedimento di Amelia, che lo utilizzò per la produzione di legname. Situato in posizione strategica, al confine con i territori di Todi e di Alviano, Macchie subisce nel tempo diverse distruzioni per motivi bellici. A seguito di una di esse, Amelia all’inizio del Quattrocento provvede a rafforzarne la cinta muraria per migliorarne la difesa. Nonostante ciò, le devastazioni continuano, come quella del secolo successivo quando viene attaccato da Blaxino degli Atti di Montecampano e Aloisio Liviani di Alviano, fratello del noto capitano di ventura.
Secondo una leggenda, l’imperatore Federico Barbarossa soggiornò qualche tempo nei pressi di Macchie, durante una delle sue discese verso Roma, che era a quell’epoca colpita da un’epidemia di peste.

Porchiano del Monte
Citato nei documenti antichi come Fortiano, ad indicarne la sua fortificazione, fra Trecento e Quattrocento viene conteso aspramente fra Amelia, Todi ed Alviano. Il passaggio ufficiale nel 1317 sotto la giurisdizione di Amelia causa forti ritorsioni da parte sia del vicino castello di Lugnano, sia del Comune di Orvieto, acerrimi oppositori della città amerina e della sua continua espansione.
La storia di Porchiano è legata a quella del celebre condottiero Bartolomeo d’Alviano (nato a Todi nel 1455, morto a Brescia nel 1515). Questi alla fine del Quattrocento lo occupa e lo sottomette, realizzando degli importanti lavori di consolidamento, parallelamente alla ricostruzione del celebre castello di Alviano. Il ritorno al dominio di Amelia ne provoca la distruzione, insieme a tutto il territorio circostante. Poco più tardi viene occupato da Ferrante Farnese, alleato di Bartolomeo, nel quadro delle continue lotte dell’epoca.
Diventato infine libero comune, rimane tale fino al 1830, quando entra definitivamente a far parte dell’amministrazione di Amelia.

Montecampano
A causa della sua interessante posizione strategica, viene acquistato verso la metà del Trecento da Amelia, che successivamente ne sistema e consolida le mura, su richiesta della locale comunità.
Ai primi del Quattrocento subisce una devastazione ad opera del condottiero Braccio da Montone (nato a Perugia nel 1368, morto a L’Aquila nel 1424), che comandava allora le truppe pontificie. Altri attacchi e devastazioni subisce poco più tardi fino a quando nel 1434 Niccolò Piccinino, che era a quel tempo rivale di Francesco Sforza, signore di Amelia, non lo incendia completamente.
Anche nel Cinquecento Montecampano è vittima di continue incursioni da parte di varie famiglie, come i Vitelli, gli Orsini. Tutti cercano di sottrarre castelli e territori ad Amelia.
Più tardi il castello diventa proprietà della famiglia Cansacchi, una casa che aveva molte proprietà terriere ed un paio di palazzi ad Amelia. Il suo territorio è sempre stato costellato di residenze di nobili amerini, tra i quali si ricordano i Venturelli, i Racani, i Boccarini, i Catenacci ed i Farrattini.

Fornole
Deve il suo nome alle numerose fornaci presenti nel suo territorio fin dall’epoca romana, che venivano utilizzate per costruire vasellame e laterizi. Considerata importante da Amelia per contrastare le mire espansionistiche di Narni, viene provvista di nuove fortificazioni all’inizio del Quattrocento. A partire da questo secolo subisce continue incursioni da parte di Braccio da Montone e Paolo Orsini (capitano delle milizie della Chiesa), che la distruggono, anche perché insieme ad Amelia aveva parteggiato per il re di Napoli Ladislao, allora nemico del Papa. Intorno al 1434 il castello viene occupato e poi incendiato da Niccolò Piccinino.
Alla fine del Cinquecento Narni ed Amelia firmano un accordo che stabilisce il confine fra le due città, che in quel punto passa proprio nei pressi del ponte di Fornole.
Oggi, della fortezza medievale originaria si possono vedere alcuni tratti di mura con torri e due porte di accesso al borgo.

Foce
Anche questa frazione, a causa della sua posizione strategica, fu per tutto il Medioevo oggetto di varie contese fra Amelia, Narni e Todi. Una leggenda locale indica la fondazione del castello ad opera di alcuni abitanti della Corsica fuggiti dall’isola per timore delle incursioni saracene. Le prime notizie reperibili sui documenti antichi riportano il nome di Castrum Focis.
L’antica strada che collegava Narni ad Amelia, partiva dal ponte di Augusto e passava da qui.
La contesa fra le due città per il suo possesso dura a lungo: nel periodo dell’assedio di Amelia da parte di Federico II (1240), viene occupata dai narnesi; successivamente papa Alessandro IV la restituisce ad Amelia, e nonostante ciò si susseguono ulteriori tentativi di occuparla.
Più tardi gli abitanti di Foce avanzano ripetute richieste di autonomia da Amelia, a tal punto che questa la occupa nel 1336 e successivamente ne distrugge il castello.
Soltanto trent’anni dopo Foce riesce a diventare Comune libero con uno statuto proprio, fino a quando non diventa amministrativamente una delle frazioni di Amelia.

Le tappe

Il Cammino di Germanico è composto da otto tappe, con distanze variabili fra i cinque e i quindici km. Esse sono quindi tranquillamente percorribili in tre, quattro o cinque giorni, unendole fra di loro, in modo da personalizzare pienamente la propria esperienza escursionistica.

1) Da Amelia a Sambucetole
Distanza: 12 km
Dislivello in salita: 380 m
Dislivello in discesa: 360 m

Uscendo da Porta Romana, svoltiamo subito a destra, seguendo il sentiero 735; passiamo davanti all’edicola e prendiamo la strada in discesa che costeggia le mura poligonali; subito sulla destra c’è una fontanella di acqua potabile.

Prima di passare sotto al ponte stradale, prendiamo a destra il percorso pedonale verso i Giardini d’inverno e oltrepassiamo la Porta di Pantanelli. Costeggiamo sempre le mura, superiamo un torrione e sulla sinistra in lontananza vediamo Porchiano del Monte.

Dopo una breve salita passiamo davanti alla Porta della Valle, e continuiamo il nostro percorso sotto alle mura.

Da qui il sentiero, dopo un breve tratto pianeggiante, diventa una discesa.
Proseguendo nella discesa arriviamo ad un bivio ad Y, noi teniamo la sinistra, e tralasciamo il sentiero che sale sulla destra, e che porta nel centro storico di Amelia.

Al termine della discesa si arriva sulla strada asfaltata (Regionale 205, via Orvieto), che percorreremo per un breve tratto, avendo cura di prestare particolare attenzione alla presenza di automobili.

Tralasciamo la strada a destra che va verso Nocicchia e superiamo il ponte sul Rio Grande. Al termine del ponte giriamo a destra imboccando la strada di Macchie seguendo le indicazioni per Macchie e Cappuccini.

Poco dopo prestiamo particolare attenzione nel punto in cui la strada compie una curva stretta a sinistra e continuiamo il cammino. Al termine di un breve rettilineo, giriamo a destra seguendo le indicazioni stradali per Cappuccini e Sambucetole, imboccando la strada di Cappuccini e oltrepassiamo un ponticello. Poco prima, alla nostra destra, c’è un punto di ristoro gestito dall’Associazione Amici del Rio Grande.

Al termine del ponticello prendiamo la prima a destra seguendo il sentiero 720 ed entriamo nel parcheggio del parco dedicato a Cafiero Liberati, ex sindaco di Amelia. Oltrepassiamo la sbarra e proseguiamo lungo il percorso pedonale che costeggia il Rio Grande, seguendo le indicazioni per il Lago Vecchio e il Ponte Nuovo.
In questa zona, a seconda della stagione, si possono ammirare diverse varietà di uccelli acquatici. Alla nostra sinistra ci sono alcuni esemplari di alberi da frutta di varietà antiche, mentre alla nostra destra la vegetazione tipica delle zone umide (pioppi, salici, ecc.).

Più avanti, sulla sinistra, ci sono due fontanelle di acqua potabile.

Lasciamo sulla destra il ponte di legno, e proseguiamo dritti seguendo brevemente il sentiero 735B.

Ci troviamo poi ad un bivio ad Y, dove noi prenderemo a sinistra seguendo il sentiero 735. Ad avere tempo, si può proseguire per cento metri e andare a vedere il Lago Vecchio, per poi tornare sui nostri passi e proseguire il percorso.

Se non facciamo questa deviazione, teniamo la sinistra e continuiamo a costeggiare il grande campo coltivato, avendo il bosco alla nostra destra. Il panorama di Amelia, da questo punto, appare in tutto il suo fascino.

Tralasciamo una strada che proviene da destra, mentre noi continuiamo dritti, in leggera salita.

Dopo poco, il nostro sentiero sbuca nuovamente sulla strada dei Cappuccini, in un incrocio a T che noi prenderemo a destra in decisa salita, abbandonando il sentiero 735, facendo attenzione alle poche macchine presenti, e superando un paio di tornanti. Questo breve tratto di strada asfaltata segue il Cammino della Luce.

Poco dopo, prima di una casa sulla sinistra e di un cancello sulla destra, troviamo una stradina sulla destra che entra nel bosco, e che prendiamo, per poi lasciarla subito, evitando di oltrepassare una sbarra metallica, ma piegando a sinistra dentro al bosco in leggera salita. Questo tratto presenta solo i segnavia blu del Cammino di Germanico.

Dopo poco il sentiero nel bosco confluisce in una strada forestale che prendiamo a sinistra, e che poco dopo termina in un incrocio a T.

Qui giriamo a destra, seguendo una recinzione di un uliveto, e proseguendo il cammino. Tralasciamo una prima stradina che scende sulla destra e proseguiamo dritti, per poi girare poco dopo in una strada più ampia, che entra a destra nel bosco.

Ad un incrocio ad Y teniamo la destra, dove la strada si fa sentiero, e proseguiamo.

Più avanti si costeggia una troscia, cioè una grande pozzanghera nel bosco dove si abbeverano gli animali, che lasciamo sfilare alla nostra destra e proseguiamo il nostro sentiero. Subito dopo, in prossimità di una biforcazione ad Y, teniamo la destra.

Il sentiero prosegue, costeggia un profondo canalone dopo aver piegato a destra, e si trasforma in una strada forestale un po’ più larga, in leggera discesa.

In prossimità di una larga curva a destra, continuiamo il percorso tenendo sempre la destra ed evitando una strada che sale sulla sinistra.

La discesa si fa più accentuata, e al termine di questa si arriva ad un grande campo coltivato; svoltiamo subito sulla sinistra, avendo il campo a destra e il bosco a sinistra.

Al termine del campo proseguiamo lungo la strada, mentre sulla destra scorre il Rio Grande. Subito dopo si arriva ad un secondo campo coltivato, che in maniera analoga superiamo tenendolo sulla destra e costeggiando il bosco sulla sinistra.
Attraversiamo seguendo la strada il campo successivo, fino ad arrivare ad un incrocio a T con una strada bianca, che noi prendiamo a destra seguendo una recinzione metallica.

Quando termina la recinzione, noi continuiamo la strada che piega a destra e costeggiando un campo che rimane alla nostra destra.

Al termine di quest’altro campo coltivato, la strada si restringe, e si avvicina nuovamente al Rio Grande.

Si arriva così ad un ultimo ampio campo coltivato, che noi seguiremo con le modalità precedenti, cioè tenendolo alla nostra destra e avendo sulla sinistra il bosco.

Al termine di questo ultimo campo si entra in un noceto, la strada vi penetra, la seguiamo, fino a quando non interseca a T una strada campestre, che noi prenderemo a sinistra, seguendo da qui in poi nuovamente il sentiero 720.

La strada prosegue entrando in un bosco che nella prima parte è stato oggetto di un recente taglio, ma che è ancora intatto poco dopo, in salita.

Al termine di questa strada arriviamo accanto ad una casa, della quale seguiamo la recinzione che rimane sulla nostra destra. La strada termina poco dopo in un incrocio a T, che noi prendiamo a destra.

Proseguiamo lungo questa strada bianca tralasciano eventuali deviazioni che si aprono sulla destra o sulla sinistra, fino a giungere sulla strada asfaltata dei Cappuccini, che noi prenderemo a destra. Dopo breve si arriva al convento, dove è possibile rifornirsi di acqua potabile, e che noi superiamo proseguendo la strada e costeggiando il muro di cinta che rimane alla nostra destra, iniziando la discesa.

Al termine del muro di cinta, proseguendo sulla strada asfaltata, possiamo vedere davanti a noi Sambucetole, che è la prima frazione che si incontra lungo il Cammino.

Proseguiamo per poco lungo la strada asfaltata in discesa, e imbocchiamo poi la prima strada bianca che troviamo sulla destra.
Al termine della breve discesa, prendiamo la prima strada a sinistra.

Al successivo incrocio ad Y prendiamo a sinistra e costeggiamo poco dopo un ampio campo coltivato.

La strada piega poi a sinistra ed entra in un boschetto, in leggera salita.
Al termine della salita incrociamo di nuovo la strada asfaltata che noi prendiamo a destra in leggera discesa.

Imbocchiamo poi a destra il ponte pedonale che oltrepassa il Rio Grande, svoltiamo a sinistra nella successiva strada bianca e proseguiamo poco dopo sulla strada asfaltata. Giriamo poi a destra in via della Fontana vecchia e la percorriamo tutta fino ad arrivare sulla provinciale 38, che prendiamo a sinistra. Passiamo davanti allo Spritz Cafè e al successivo incrocio giriamo a sinistra, in via del Fiume, in salita, seguendo le indicazioni per Sambucetole. Dopo un paio di curve, oltrepassata la sede della Pro Loco, si gira a sinistra e si raggiunge la chiesa di San Matteo Apostolo, alla fine della nostra tappa.

2) Da Sambucetole a Collicello
Distanza: 5 km
Dislivello in salita: 240 m
Dislivello in discesa: 160 m

Dalla chiesa di San Matteo Apostolo scendiamo verso via del Bosco, che prendiamo a sinistra. A termine del muro laterale, prendiamo il piccolo sentiero che scende a destra dentro al bosco, seguendo i segnavia blu. Seguiamo le indicazioni, giungiamo sulla sponda del Rio Grande e prendiamo a sinistra, costeggiandolo. Seguiamo in questo punto il segnavia 718 che ci porta verso gli impianti sportivi di Sambucetole. Arrivati davanti a questi ultimi, giriamo a destra. Guadiamo il Rio Grande, che in questo punto in genere ha poca acqua, ma eventualmente possiamo camminare sopra ai blocchi di cemento posti sulla destra, per non bagnarci, e dopo il guado prendiamo subito la prima strada a destra in salita, tralasciando quella che va a sinistra.

Subito dopo proseguiamo dritti evitando la strada a sinistra e seguendo i consueti segnavia azzurri.

Successivamente andiamo dritti sempre in salita, incuranti della strada che gira a destra. Allo stesso modo, subito dopo, teniamo la sinistra sulla strada principale evitando una strada forestale che sale a destra.

Continuiamo diritti sulla strada principale anche dopo, evitando la strada che scende a sinistra, come indicato dai segnavia azzurri.

Successivamente andiamo avanti incuranti della segnaletica che indica il sentiero 718 a sinistra e il sentiero 719 a ritroso rispetto al percorso che stiamo facendo noi, e proseguiamo sulla strada principale, che piega a destra seguendo comunque il sentiero 718.

Poco dopo la strada spiana, entra nella lecceta, ed è tutta ombreggiata. Noi andiamo avanti incuranti delle deviazioni che si aprono a destra e a sinistra. Più avanti non ci curiamo di una ampia strada che scende sulla destra, mentre noi rimaniamo sulla sinistra, in pianura, continuando nel bosco, abbandonando il sentiero 718.

Allo stesso modo, teniamo la sinistra più avanti, in un’ampia semicurva, evitando la strada che procede nel bosco dritta.

Al bivio successivo, tralasciamo la strada che sale a sinistra nel bosco e anche quella che a destra scende verso un appostamento di caccia, e proseguiamo dritti: il percorso si fa leggermente più stretto, affrontando una breve salita. In questo punto la strada si fa decisamente sentiero e prosegue con leggeri saliscendi. Proseguiamo diritti in questo sentiero completamente ombreggiato, tralasciando le diramazioni che si aprono nel bosco.

Poi proseguiamo a sinistra in salita, lasciando la strada che scende a destra, confortati dai segnavia azzurri sulla pietra e sull’albero. Al termine della salita, teniamo la destra evitando la strada che proviene da sinistra. Adesso il nostro sentiero è diventato nuovamente una strada forestale.

Evitiamo la strada successiva che proviene da sinistra e giungiamo così ad una piccola radura nel bosco, che noi costeggiamo girandole attorno in senso orario, quindi la manteniamo alla nostra destra, evitando di proseguire dritti, e seguendo sempre le indicazioni azzurre. In questo punto stiamo seguendo il sentiero 721 ma anche il percorso circolare di Collicello (725 – 726 – 727).

Poco più avanti passiamo accanto ai ruderi del convento benedettino, attualmente in ristrutturazione, che lasciamo alla nostra destra, salendo le scalette a sinistra. Si prosegue dritti nel bosco.

La strada si fa di nuovo sentiero ombreggiato nella lecceta, e dopo poco si arriva allo Speco francescano, e sulla destra c’è anche una breve deviazione per una grotta che si può visitare. Tornati sui nostri passi, proseguiamo dritti e giungiamo ad una piccola radura attrezzata con un tavolo.

Andiamo ancora dritti, tralasciando l’ampia strada che proviene da sinistra. Il sentiero poi attraversa un appostamento di caccia e al termine del quale giunge ad un incrocio a T che noi prendiamo a destra, in discesa.

Più avanti raggiungiamo la deviazione verso il belvedere, il cosiddetto Sasso della morte, che merita una visita. Tornati sui nostri passi, proseguiamo sulla sinistra, seguendo sempre i segnavia azzurri.

Inizia poi la discesa verso Collicello. Teniamo la destra al successivo incrocio ad Y, e dopo poco, sulla destra, continuando la ripida discesa, si intravedono le prime case: girando a destra, sempre in discesa, nella successiva strada bianca, arriviamo velocemente alla nostra meta.

3) Da Collicello a Macchie
Distanza: 12 km
Dislivello in salita: 390 m
Dislivello in discesa: 320 m

Dal Circolo della Pro Loco di Collicello prendiamo la strada asfaltata in salita, evitando la deviazione a destra verso il castello di Canale e seguiamo i segnavia blu e i sentieri 723 e 727.

Superato il cimitero, lasciamo la strada asfaltata e prendiamo una strada bianca sulla sinistra, in leggera salita. Dopo poco, prendiamo subito una deviazione a destra e questa seconda strada a sua volta dopo un po’ confluisce su un’ampia strada bianca che noi imbocchiamo verso sinistra, sempre in salita. In questo tratto il Cammino di Germanico entra brevemente nel territorio del Comune di Guardea. Proseguiamo percorrendo il tornante e tralasciano una strada che a sinistra entra nel bosco.

Allo stesso modo, andiamo avanti su questa ampia strada bianca, tralasciando una strada che scende sulla destra. Ma poco più avanti lasciamo anche la nostra strada bianca per proseguire dritti su una strada che percorre un bosco di recente taglio, sempre in salita.

Si devia poi a destra, ricongiungendoci con la strada bianca che avevamo lasciata in precedenza., e tralasciando alcune deviazioni a sinistra e a destra. Dopo poco si passa davanti al Parco dell’Energia Rinnovabile. Si prosegue poi dritti, abbandonando la strada principale, e seguendo le indicazioni del sentiero 723 verso l’area picnic di Viparello. Siamo sempre in leggera salita. Più avanti arriviamo ad un incrocio ad Y, e noi prendiamo la strada sulla destra, che entra nel bosco.

Superata l’area picnic di Viparello, si continua in pianura in una piacevole strada. Poco dopo si arriva ad un incrocio a T, di fronte abbiamo un bosco di recente taglio, e noi imbocchiamo la strada a sinistra in leggera discesa.

Arrivati ad un grande incrocio, proseguiamo dritti in leggera salita abbandonando il sentiero 723. Evitiamo le strade forestali che talvolta si aprono a destra e a sinistra. Dopo un po’ si arriva ad un ampio crocevia, alla nostra sinistra c’è un grande barbecue in tufo. In questo punto il Cammino di Germanico incontra il Cammino dei Borghi Silenti, ma noi prendiamo la strada che scende a sinistra seguendo il sentiero 730.

Più avanti si costeggia una magnifica lecceta, con alcuni esemplari di grandi dimensioni; noi proseguiamo sul percorso principale, evitando le strade forestali che entrano nel bosco ai lati. Questa strada poi confluisce in una più ampia, vediamo a destra le indicazioni per la sorgente di Capita, ma noi teniamo la sinistra, continuando praticamente dritti sempre in leggera discesa.

Poco oltre si attraversa un punto molto panoramico, dove alla nostra sinistra appare il centro storico della città di Amelia in tutta la sua bellezza. Si cammina tra ginestre, rose canine, caprifogli, che a seconda della stagione ci inebriano con i loro profumi.

Più avanti, in prossimità di una semicurva a sinistra, procediamo lungo la strada principale, tralasciando una strada che sale sulla destra. E dopo evitiamo una strada che scende sulla sinistra, per imboccare quella a destra in salita.

La discesa termina in una sorta di ampio incrocio a T, noi teniamo la sinistra, per poi imboccare la curva a destra. Successivamente invece teniamo la destra sulla strada bianca che incrociamo, sempre in leggera discesa. Analogamente si tiene la destra anche più avanti al successivo incrocio, tralasciando la strada che proviene da sinistra.

Poco più avanti, dove la strada fa un’ampia curva a destra, nel punto in cui si cammina su un fondo di cemento, si svolta a sinistra abbandonando il sentiero 730 ed entrando nel bosco in una piccola strada sterrata, che poi si trasforma in piacevole sentiero. Teniamo la destra anche successivamente.

Incuranti di una strada che sale a destra, dopo pochi metri si raggiunge una strada bianca che noi imbocchiamo a destra. Si prosegue poi dritti in leggera salita, evitando una strada che scende a sinistra nel bosco, ed entrando nel paese di Macchie, fino a raggiungere la chiesa parrocchiale, davanti alla quale ci si può riposare seduti all’ombra di un albero.

4) Da Macchie a Porchiano del Monte
Distanza: 9 km
Dislivello in salita: 280 m
Dislivello in discesa: 330 m

Imbocchiamo strada di Casa bianca, in discesa, su asfalto e superiamo un primo incrocio incuranti delle strade a sinistra e a destra. La prima parte del nostro percorso segue il sentiero 729. Più avanti teniamo la sinistra e imbocchiamo la strada di Felceto, asfaltata nel primo breve tratto, poi bianca al termine della salita.

Si prosegue dritti incuranti di una strada che scende a sinistra e delle successive che si aprono a sinistra e a destra. La strada principale poi piega a sinistra e poi a destra. Evitiamo la strada di servizio che passa sotto ai pali della corrente elettrica, che poi incroceremo un paio di volte.

Più avanti invece seguiamo brevemente i pali della corrente elettrica, mantenendo la sinistra. Poi li abbandoniamo per piegare ulteriormente a sinistra. Subito dopo c’è un incrocio a Y, e noi svoltiamo a sinistra. Siamo ancora sul sentiero 729.

Si prosegue dritti seguendo i segnavia blu, evitando una via sulla destra, in un piacevole percorso nel bosco. La strada poi piega a destra, in discesa: tralasciamo una deviazione a sinistra e continuiamo il nostro percorso.

Questa strada poi confluisce in un’altra, che noi imbocchiamo a sinistra, in leggera discesa. Arriviamo poi in un ampio prato, che costeggiamo tenendolo alla nostra destra, al termine del quale pieghiamo a destra, entrando in una mulattiera che si apre nel bosco e abbandonando il sentiero 729 e la strada che stavamo percorrendo.

Più avanti teniamo la destra, sempre in leggera discesa, tralasciando la sinistra che va verso una postazione di caccia. Bisogna prestare particolare attenzione perché poi la discesa diventa più marcata e il fondo è pieno di sassi che se percorso distrattamente possono farci scivolare.

Al termine della discesa continuiamo dritti, evitando una strada che scende a sinistra.

Si arriva poi ad un altro grande pratone, attraversato da una strada che noi prendiamo a sinistra. Siamo su strada di Valle Rignana. Continuiamo dritti sulla strada principale, fino a giungere alla strada asfaltata che collega Amelia con Orvieto. Prestando particolare attenzione, la attraversiamo per proseguire su via della Fontana.

Proseguiamo per questa strada fino in fondo, oltrepassando il lavatoio, evitando le deviazioni a destra e a sinistra, e arrivando su strada Sant’Antonio, che imbocchiamo a destra. E’ una stretta strada asfaltata con scarsissimo traffico, ma noi la percorriamo con la consueta attenzione tenendo la sinistra della carreggiata.

Dopo poche centinaia di metri, gli ultimi dei quali sono su sentiero 731, arriviamo al Parco Mattia, e imboccando la stretta stradina asfaltata che sale sulla sinistra giungiamo nel centro storico di Porchiano del Monte.

5) Da Porchiano del Monte a Montecampano
Distanza: 15 km
Dislivello in salita: 400 m
Dislivello in discesa: 500 m

Dal centro storico di Porchiano del Monte percorriamo via Carlo Alberto fino all’incrocio a T con la provinciale; giriamo a destra seguendo le indicazioni per Giove. Dopo poco passiamo davanti al bar Valsal e proseguiamo brevemente sulla strada asfaltata, che fa una svolta a destra. Evitiamo poi il tornante successivo tagliando a sinistra per pochi metri per poi tornare nuovamente sulla provinciale.

Prestando attenzione alle scarse automobili, attraversiamo la provinciale svoltando a sinistra ma camminando sul lato destro, oltre il guard-rail, dove c’è spazio per poterlo fare in sicurezza. Al termine di questo, rimaniamo sulla destra al di fuori della carreggiata e proseguiamo lungo la provinciale in piacevole discesa.

Più avanti raggiungiamo un bivio ma noi continuiamo dritti seguendo le indicazioni per Penna in Teverina e Giove. Ci spostiamo sulla sinistra della carreggiata proseguendo il cammino in discesa e facendo attenzione. La strada si fa via via più panoramica e sulla destra appare il monte Cimino, sulle cui pendici si vede la città di Soriano. In primo piano, nella stessa direzione, possiamo vedere Giove con il suo inconfondibile castello.

Continuiamo dritti evitando le due strade di Sant’Antonio prima e di Spiccalonto poi che vanno a sinistra.

Più avanti, in prossimità di un rudere e di un laghetto, svoltiamo a sinistra e giriamo intorno a quest’ultimo. Quando la stradina comincia a salire, poco prima di un grande cespuglio, svoltiamo a destra in una strada che attraversa i campi e che poi entra nel bosco.

Più avanti, dentro al bosco, incontriamo un incrocio a Y e noi teniamo la destra.

Usciti dal boschetto arriviamo in un campo, che costeggiamo tenendolo alla nostra destra. Il boschetto adesso è alla nostra sinistra. Dopo aver costeggiato il campo si rientra brevemente nel bosco e subito dopo si arriva ad un incrocio a T con una strada bianca (strada delle Selve), che noi imbocchiamo svoltando a sinistra. E’ questo il sentiero 738.

Dopo qualche centinaio di metri, al termine di un bosco che ha subito un recente taglio, giriamo subito a destra seguendo il medesimo bosco e costeggiando un campo che rimane quindi alla nostra sinistra. Più avanti in prossimità di una grande quercia dove sono i visibili sia i segni blu sia quelli bianchi e rossi, attraversiamo il campo e ci spostiamo sull’altro lato. A questo punto abbiamo un boschetto alla nostra sinistra e il campo alla nostra destra.

Si giunge così alla recinzione del Podere di San Giuseppe che costeggiamo interamente arrivando anche a passare davanti all’ingresso principale. Proseguiamo sulla strada bianca in discesa. Al termine di questa, si oltrepassa la sbarra di accesso e si svolta a sinistra nel bosco.

Si continua dritti seguendo i segnali e tralasciando strade laterali. Più avanti in un incrocio ad Y teniamo la destra in discesa. Al successivo incrocio ad Y teniamo sempre la destra e subito dopo la stradina confluisce nella strada provinciale che collega Amelia con Giove.

Svoltiamo subito a sinistra, prestiamo attenzione alle auto, oltrepassiamo il ponte sul Rio Grande e al termine del guard-rail più alto scavalchiamo quello basso per svoltare nuovamente a sinistra ed entrare nel bosco.

Dopo poche decine di metri si abbandona il sentiero che correva parallelo al Rio Grande e si gira decisamente a destra in salita seguendo un sentiero che si inerpica nel bosco. Prestare particolare attenzione alle foglie per terra che possono risultare scivolose, e seguire i segnali sugli alberi. In questo tratto può essere utile aiutarsi con i bastoncini da trekking. Siamo ancora lungo il sentiero 738.

Più avanti si arriva ad un incrocio ad Y: a sinistra si può andare a visitare brevemente la grotta detta “dell’eremita” (prestare attenzione), mentre il nostro percorso prosegue sulla destra. Alcune riflessioni scritte su tegole appese agli alberi ci suggeriscono che il convento è sempre più vicino.

Al quadrivio successivo si prosegue dritti seguendo le indicazioni per una breve discesa al termine della quale c’è uno spiazzo con una grande parete rocciosa sulla sinistra; noi proseguiamo seguendo le indicazioni presenti sugli alberi. Il sentiero poco dopo è interrotto da una grande quercia caduta, ma noi possiamo agevolmente evitare l’ostacolo girandole intorno sulla destra, per poi tornare subito dopo sul sentiero principale.

Questi poco dopo giunge ad un incrocio a T con una strada; noi giriamo a sinistra per poi girare subito dopo nuovamente a sinistra in un altro sentiero.

Si prosegue il piacevole percorso tralasciando un sentierino che scende a sinistra e subito dopo girando a destra in un incrocio ad Y.

Si finisce poi ad un incrocio a T con un altro sentiero, che noi prendiamo a sinistra. Dopo poco si arriva al Convento della Santissima Annunziata. Un luogo adatto ad una sosta, magari per visitare anche il pregevole presepe permanente.

Usciamo dal Convento dell’Annunziata e percorriamo tutto il viale alberato, proseguendo poi, dopo il cancello, fino ad incontrare la strada provinciale che collega Amelia con Giove, e che prendiamo a sinistra. Dopo poche decine di metri svoltiamo alla prima a destra, che è strada San Silvestro. Questo tratto del percorso si sviluppa completamente lungo il sentiero 739, sono quindi presenti entrambe le segnature blu e rossa e bianca.

Dopo un po’ giriamo a sinistra seguendo le indicazioni per l’Agriturismo Poggio della Rosa, vi transitiamo accanto e poco prima di entrare in una proprietà privata, là dove inizia una siepe, lasciamo la strada e giriamo in discesa a sinistra verso il grande vigneto dell’Azienda Agricola Zanchi (dove, su prenotazione effettuata qualche giorno prima, è possibile effettuare una degustazione).

Svoltiamo poi nuovamente a sinistra costeggiando il vigneto e girandogli attorno in senso orario, tenendolo cioè alla nostra destra. In fondo al vigneto giriamo a destra continuando a costeggiarlo; in prossimità di alcune grandi querce abbandoniamo la strada di servizio che entra tra i filari e giriamo a sinistra sempre in discesa e sempre costeggiando un vigneto.

Più avanti giriamo a destra e percorriamo una strada che passa anch’essa tra i filari e che termina alle cantine dell’Azienda, tralasciando la strada che scende a sinistra. Al termine delle cantine si piega a sinistra continuando sulla strada bianca principale, che scende costeggiando il vigneto tenendolo alla sinistra girandogli attorno.

Più avanti si giunge al cancello di uscita dall’Azienda, lo si oltrepassa, si attraversa la strada provinciale che collega Amelia con Orte e prendiamo la strada verso la Comunità Incontro di Molino Silla, là davanti. La piccola strada asfaltata scende all’ombra di alcune belle querce. Essa giunge poi al centro della Comunità, che va attraversato. È buona norma, passando davanti alla portineria, presentarsi come camminatori in direzione di Montecampano ed assicurare che non ostacoleremo il lavoro delle persone presenti.

La piccola strada asfaltata, al termine delle strutture della Comunità, diventa poi strada di Versetole, in leggera salita in direzione di un boschetto. Usciti dal boschetto, proseguiamo lungo la strada bianca in leggera salita, che fa un’ampia curva a sinistra al termine della quale c’è un rettilineo, con una recinzione alla nostra destra.

Al termine del rettilineo, giriamo a destra seguendo la recinzione in una strada che scende. Davanti a noi, in alto, vediamo Montecampano sulla collina. Al termine della recinzione la strada prosegue fra campi coltivati ed entrando poi nel bosco, dove inizia una salita.

La strada nel bosco giunge poi ad un altro campo coltivato che noi costeggiamo girando a sinistra e tenendolo alla nostra destra. Dopo averlo costeggiato in senso orario, la strada prosegue dalla parte opposta rispetto a dove siamo entrati e più avanti costeggia altri campi, sempre tenendoli alla nostra destra e piegando a sinistra. Il bosco rimane alla nostra sinistra.

Si arriva poi ad un incrocio a T con una strada bianca più grande, che noi prendiamo a sinistra, in salita. Si costeggia poi una bella siepe di rosmarino, al termine della quale la strada finisce in un ulteriore incrocio a T che noi prendiamo a sinistra, passando a fianco del Cimitero di Montecampano, che noi costeggiamo lasciandolo alla nostra sinistra. Sulla destra, in lontananza, il profilo inconfondibile del monte Soratte e delle montagne della Sabina, con Magliano sullo sfondo. La strada che stiamo percorrendo diventa poi asfaltata, e noi proseguiamo tenendo la sinistra.

Entriamo così nel centro storico di Montecampano, svoltiamo subito a destra e poi di nuovo subito a sinistra, per passare davanti all’ingresso della chiesa. Accanto alla chiesa, c’è la porta di ingresso al paese, che imbocchiamo per visitarne il nucleo centrale.

6) Da Montecampano a Fornole
Distanza: 6 km
Dislivello in salita: 240 m
Dislivello in discesa: 240 m

Usciamo da Montecampano imboccando via Giorgio Ambrosoli, una strada asfaltata in discesa, tenendo poi la sinistra poco dopo e infine girando a destra quando confluisce in una strada asfaltata più grande.

Dopo circa un centinaio di metri lasciamo questa strada principale e prendiamo una strada bianca a destra, che si chiama strada di Sacco. Giriamo a destra al primo bivio che incontriamo, seguendo le indicazioni per Fornole, strada di Montoro, giardini pubblici, sentiero 740. La strada inizialmente costeggia una recinzione con degli alberi sulla destra, ed un ampio campo coltivato sulla sinistra.

Quasi al termine della discesa, abbandoniamo la strada bianca, in prossimità di un segnale che indica che andando alle nostre spalle si torna a Montecampano (la segnaletica che troveremo più avanti sarà sempre nell’altro senso) e prendiamo una strada a sinistra che attraversa i campi.

La strada scende fino a guadare un fosso e poi lentamente comincia a risalire. Si giunge poco dopo ad un incrocio a T con una strada bianca, che noi prendiamo a destra. La strada giunge ad una casa bianca, le passa davanti e gira alla sua destra, e poi prosegue in leggera salita.

Al termine della salita si giunge ad un incrocio a T con un’altra strada bianca, strada dei Casali, che noi imbocchiamo a sinistra. Più avanti, in prossimità di un segnale che indica che alle nostre spalle si va per Montecampano, giriamo a destra in un’altra strada bianca in leggera discesa.

La strada passa in mezzo ad un paio di case, e poi piega leggermente a sinistra, in discesa, entrando in un oliveto. Dopo averlo attraversato con un’ampia curva a sinistra, si giunge subito dopo ad un’altra strada di campagna che noi imbocchiamo a destra. Più avanti abbiamo un vigneto sulla sinistra.

Giunti circa a metà del vigneto, si gira a destra per un’altra strada di campagna, all’altezza di un altro segnale. Questa strada campestre giunge poi ad un incrocio a T con una strada bianca, strada di Montoro, che noi imbocchiamo a sinistra.

Più avanti, al termine di un muretto di recinzione di una casa, lì dove nell’angolo ci sono un’agave e alcune piante di lavanda, si gira a destra, all’altezza di un segnale, e costeggiamo brevemente un oliveto. La strada poi piega di nuovo a destra e prosegue in discesa.

Questa poi diventa una breve e ripida discesa su fondo cementato, fa una sorta di curva e continua a scendere; davanti ai nostri occhi appare la meta della nostra tappa, Fornole. La strada poi diventa asfaltata, in salita, e dopo alcune curve ci fa arrivare a destinazione.

7) Da Fornole a Foce
Distanza: 5 km
Dislivello in salita: 220 m
Dislivello in discesa: 100 m

Dal centro storico di Fornole andiamo verso la statale Amerina percorrendo via della Libertà e la oltrepassiamo utilizzando il sottopassaggio e poi passando accanto alle scuole. Il percorso che facciamo fino a Foce è lo stesso del sentiero 737 dei Sentieri Amerini, a parte il tratto finale. Poco più avanti giriamo a destra in via Salisciano. Al primo incrocio prendiamo nuovamente la prima a destra, imboccando una strada in discesa, via del Ferro, che quasi va a ritroso rispetto a come ci stavamo muovendo.

Giriamo poi alla prima a sinistra, via dell’Eremo. Non appena questa svolta a destra, vediamo sulla sinistra un piccolo passaggio tra le recinzioni delle abitazioni, e lo percorriamo. Poco dopo inizia una piccola scalinata, si abbandona l’abitato di Fornole, e si entra nel bosco, in salita.

Dopo un po’ il sentiero nel bosco spiana, diventa più facile, e all’ombra dei lecci arriva in breve alla chiesetta di San Silvestro. Il sentiero prosegue a sinistra della chiesetta, si fa più largo, e poco dopo attraversa un’area con degli attrezzi per fare ginnastica; più avanti, una breve deviazione sulla sinistra ci porta ad un notevole belvedere.

Tornati sui nostri passi, si prosegue e il sentiero diventa una strada cementata in discesa, sempre nel bosco. Si giunge così all’area centrale del Parco di San Silvestro, e prima di entrare pieghiamo subito a destra, passando davanti ad un campo di bocce. Raggiungiamo velocemente la strada bianca che imbocchiamo verso destra, uscendo dal cancello che delimita l’area.

Lasciamo quasi subito la strada asfaltata per piegare verso sinistra in una strada bianca che entra nel bosco. Questa prosegue e più avanti costeggia una pista di ruzzolone. Al succesivo bivio ad Y teniamo la sinistra seguendo i segnavia blu.

Il percorso continua dritto, evitando le strade che si aprono a sinistra e a destra; poco più avanti però la strada principale fa un’ampia curva a destra, ma noi giriamo a sinistra, seguendo i segnavia. Anche più avanti teniamo la sinistra seguendo le indicazioni per Foce e per il sentiero 737 in leggera salita.

Più avanti la strada inizia una discesa, al termine della quale incrocia strada dell’Arduino, che noi prendiamo svoltando a destra. La strada scende brevemente nel bosco e poi diventa una strada bianca più ampia, che passa davanti alla Comunità Incontro e poi prosegue dritta fino a giungere sulla strada asfaltata che va verso Foce, subito sotto il cimitero.

Prendiamo la strada asfaltata verso sinistra e arriviamo dopo poco alla meta della nostra tappa.

8) Da Foce ad Amelia
Distanza: 8 km
Dislivello in salita: 215 m
Dislivello in discesa: 340 m

Si torna sui nostri passi, camminando lungo via Giacomo di Conte, per poi lasciarla, dopo aver superato via Manno Terribilis, piegando più avanti a destra, seguendo i segnavia 736 e 742. La strada asfaltata termina quasi subito, noi pieghiamo a sinistra, tralasciando la strada asfaltata che scende, entrando nel bosco là dove una pietra indica il segnavia 742.

Il piacevole sentiero nel bosco ad un certo punto confluisce in una strada più grande, che noi attraversiamo andando dritti, tralasciando la strada a destra e quella a sinistra. Quella che imbocchiamo si chiama strada di San Concordio e fa subito una curva a destra e dopo poco la abbandoniamo girando ulteriormente a destra, seguendo i segnali dei sentieri 736 e 742, e che prosegue nel bosco.

Questo sentierino fa un paio di tornanti, costeggia alcune case e diventa strada di San Concordio. Al termine di una palizzata di legno, svoltiamo a sinistra in discesa. Proseguiamo su questa strada bianca, che poi piega a destra e passa davanti ad una cappelletta privata, circondata da cipressi.

Questa strada dopo aver oltrepassato il fosso delle Streghe confluise in strada di Ponte di Santa Maria, che noi imbocchiamo a sinistra. La strada passa davanti all’agriturismo Borgo Antico e dopo pochi metri svoltiamo a destra, dove c’è un segnale che indica la Palombara. Seguiamo adesso soltanto il sentiero 736. Questa strada passa a fianco di un casolare abbandonato e di un fienile; gira intorno a quest’ultimo, passa sotto ad un fico, per poi proseguire in salita.

Dopo la breve salita si costeggia una recinzione, si piega a sinistra e si attraversa un oliveto, là dove in fondo vediamo la segnaletica che ci indica di svoltare a destra. Seguiamo poi la strada bianca che piega a sinistra, tralasciando una strada che scende a destra nei campi. Sempre alla nostra destra vediamo il profilo di Foce, che abbiamo lasciato in precedenza.

La strada prosegue in salita, costeggia la proprietà della Palombara con il suo imponente cancello, e poi dritta tra gli olivi raggiunge e supera la strada asfaltata Tuderte. Proseguiamo sulla strada bianca, sempre seguendo il segnavia 736, che costeggia una recinzione metallica e piega poi a destra.

Si giunge poi ad un primo bivio ad Y dove noi proseguiamo dritti evitando la strada che va a sinistra, e subito dopo tralasciamo anche la strada principale che fa un’ampia piega a destra verso un’abitazione, e proseguiamo dritti in una strada in terra battuta che entra nel bosco.

Dopo pochi metri anche questa strada, che abbiamo appena imboccato, la lasciamo per girare a sinistra per seguire il sentiero 720 in direzione di Amelia e Parco del Rio Grande.

Al bivio successivo svoltiamo a sinistra, e poi a destra quando si incontra una strada bianca. Svoltiamo poi di nuovo a destra seguendo il medesimo sentiero.

Si giunge poi ad un grande campo, che noi imbocchiamo a sinistra, tenendolo quindi alla nostra destra e girandogli attorno, incuranti dei sentierini che lo attraversano. Si abbandona poi questo campo e si entra in salita nel bosco, seguendo le indicazioni dell’Antica via Amerina.

Seguiamo la stradina che piega a sinistra e che diventa piuttosto ampia e ben percorribile. Al termine della parte più ripida della salita, sulla destra c’è una roccia sulla quale si può salire agevolemente per osservare uno splendido panorama sul centro storico di Amelia.

Si procede poi dritti, tralasciando la strada che scende dalla sinistra, il terreno si fa pianeggiante. Al successivo incrocio pieghiamo a destra, in discesa, dove c’è un segnale che indica l’Antica via Amerina. La strada costeggia un campo coltivato. Dopo essere passati davanti ad alcune arnie, si abbandona la strada principale per entrare sulla destra nel bosco in discesa.

Raggiungiamo poi un casolare abbandonato con dei silos, lo lasciamo alla nostra destra e proseguiamo in discesa. Rimaniamo a sinistra seguendo alcuni pali di legno che ci facilitano l’orientamento e tagliamo il grande campo dirigendoci verso un maestoso pioppo.

Andiamo avanti, superiamo una catena e proseguiamo dritti fino ad un maneggio, che costeggiamo, per raggiungere poi una strada bianca che prendiamo a sinistra, sentiero 735B. Questa poi in ripida salita su fondo cementato confluisce in via di Nocicchia, asfaltata, che prendiamo a sinistra.

Dopo poco passiamo accanto alla fontana di Nocicchia e proseguiamo dritti. Costeggiamo le mura di Amelia, fino a giungere davanti alla porta Romana, là dove era iniziato il nostro cammino.

E’ il momento di andare al museo e di incontrare Germanico!

Dove dormire

Questo è un primo elenco parziale di contatti per trovare alloggio lungo il Cammino di Germanico. Vi sono soltanto quelli delle frazioni, dato che per quanto riguarda la città di Amelia, le offerte disponibili sono più ampie e facilmente rintracciabili.

Alcune delle strutture – di tutte le tipologie – sono all’interno dei centri storici o nelle immediate vicinanze; altre sono un po’ più lontane, e quindi bisogna considerare, oltre alla tappa da frazione a frazione, anche il percorso che occorre fare per raggiungerle. In alcuni casi si può prendere accordi con i titolari per farsi venire a prendere a fine tappa e farsi riaccompagnare all’inizio di quella successiva il giorno dopo.

Ulteriori riferimenti si possono ricavare dal Portale Turistico della Città di Amelia, a questo indirizzo: www.turismoamelia.it.

Altre possibilità di alloggio si possono trovare utilizzando le abituali risorse online come airbnb, booking e similari.

L’elenco è in continuo aggiornamento.

In tutti i casi, è opportuno contattare le varie strutture per prendere precisi accordi e verificare le aperture. E’ importante sottolineare che l’inserimento in questo elenco non comporta alcuna garanzia sulle informazioni fornite.

Sambucetole

  • Fabrizio Pastura (per info posto tenda)
    Tel. 339 3747328
  • Luca Asciutti
    Tel. 393 8991438

Collicello

  • Casale Nicoletta
    Tel. 377 9893913
  • Orietta
    Tel. 340 1440355
  • Parco Energia Rinnovabile
    Loc. Inano Fraz. Frattuccia
    Tel. 0744988050
  • Simonetta
    Tel. 338 9644814
  • Maurizio (per info posto tenda)
    Tel. 339 6875180

Macchie

  • Il Pomario di Monte Piglio
    Str. di Capodisopra
    Tel. 0744 970195 – 338 5966094
    www.ilpomario.com

Porchiano del Monte

  • Agriturismo Podere Luchiano
    Str. di Luchiano, 2
    Tel. 340 0009001
  • Agriturismo Villa San Valentino
    Str. di Siano, 7
    Tel. 339 7202242
    www.agriturismovillasanvalentino.it
  • Angelica’s B&B
    Str. di Nataiano, 4
    Tel. 0744 986006
  • B&B Porchiano del Monte
    Vico San Biagio, 7
    Tel. 340 8885111
  • Casale Margherita
    Str. di Luchiano, 9b
    Tel. 339 2172770
  • Casale Santa Caterina
    Via Orvieto
    Tel. 338 3369324
    www.casalesantacaterina.it

Montecampano

  • Convento della SS Annunziata (a metà strada fra Porchiano del Monte e Montecampano)
    Str. Annunziata, 3
    Tel. 0744 970010
    www.conventosantissimaannunziata.org/
  • La casa di Betta
    Str. del Cimitero, 10/A
    Tel. 348 3955680
    www.casadibetta.it

Fornole

  • Albergo Ristorante Amerino
    Str. Statale 205, 110
    Tel. 0744 989667
  • Il Mandorlo
    Via Isonzo, 28
    Tel. 339 6903370 (Leonardo) – 349 2624048 (Veronica)

Foce

  • Al vecchio granaro
    Str. del Granaro, 3
    Tel. 0744 982971
  • Country House Monastero Le Grazie
    Via della Gabelletta, 4
    Tel. 0744 294546
    countryhousemonasterolegrazie.com

Dove mangiare e bere

Vi sono soltanto quelli delle frazioni, dato che per quanto riguarda la città di Amelia, le offerte disponibili sono più ampie e facilmente rintracciabili.

Verificare sempre telefonicamente gli orari di apertura prima di arrivare.

Sambucetole

  • Alimentari
  • Bar Tabacchi
    Str. Castel dell’Aquila, 47/a
    Tel.  0744 988100
  • Spritz Cafè
    Str. Castel dell’Aquila, 31/b
    Tel. 0744 1906784

Collicello

  • Circolo Pro Loco
    Str. di Collicello, 14
    www.collicello.it
  • Pizzeria Il Salto (Consegnano a Collicello, telefonare la mattina per accordi)
    Via Cavalletti, 29 Farnetta
    Tel. 0744 666237 – 342 7075464
  • Spritz Cafè (Consegnano a Collicello, telefonare la mattina per accordi)
    Str. Castel dell’Aquila, 31/b
    Tel. 0744 1906784

Macchie

  • Attualmente non vi è possibilità di comprare cibo a Macchie; comprare le provviste prima di arrivare.

Porchiano del Monte

  • Alimentari Peruzzi
    Piazza III novembre
    Tel. 349 5979439 (meglio whatsapp)
  • La Bottega
    Via Carlo Alberto
  • Circolo Pro Loco (necessaria la tessera di iscrizione)
    Piazzale antistante al paese, sotto all’ufficio postale
  • Cafè Valsal
    Bivio sulla provinciale

Montecampano

  • Alimentari sotto al Circolo Pro Loco

Fornole

  • Alimentari Marcone
    Str. Statale 205, 135
    Tel. 0744 989152
  • Bar Fornole,
    Via della Libertà, 2
    Tel . 0744 989579
  • Caffè Giulioli
    Str. Statale 205, 150
  • C’era una volta in Amelia (Zona Artigianale, prestare attenzione alle auto per arrivarci)
    Voc. Stibi
    Tel. 393 8862901

Foce

  • Attualmente non vi è possibilità di comprare cibo a Fornole; comprare le provviste prima di arrivare.

Le Pro Loco

Le Pro Loco sono delle associazioni a carattere locale che si occupano dello sviluppo del territorio, promuovendo, fra le altre cose, i percorsi, le manifestazioni gastronomiche, i vari festeggiamenti e molto altro ancora.

La città di Amelia e tutte le sue frazioni hanno ciascuna una associazione di questo tipo, alle quali ci si può rivolgere per ottenere informazioni utili alla propria permanenza sul territorio.

Sambucetole tel. 0744 988029

Collicello tel. 339 3689428

Macchie prolocomacchie@tiscali.it

Porchiano del Monte tel. 335 8256229

Montecampano

Fornole tel. 340 9621160

Foce tel. 348 058 1808

Numeri utili

Emergenza 112 – 118

Polizia Locale città di Amelia 0744 976201 – 0744 978449 – 335 5415555

Polizia Locale Provincia di Terni distaccamento di Amelia 0744 978822

Carabinieri 112 – 0744 971200 – 0744 982000

Vigili del fuoco 115 – 0744 978021

Domande frequenti

Dove si trova il Cammino di Germanico?
Il Cammino di Germanico si trova nel territorio di Amelia, in provincia di Terni, nella regione Umbria.

Da quante tappe è composto?
E’ composto da otto tappe di lunghezza variabile fra i cinque e i quindici km. Ogni tappa collega una frazione con l’altra.

Come si chiamano le frazioni?
Nell’ordine in cui vengono attraversate dal Cammino: Sambucetole, Collicello, Macchie, Porchiano del Monte, Montecampano, Fornole, Foce.

In quanti giorni lo si completa?
Ogni giorno si può fare più di una tappa, a seconda delle proprie condizioni fisiche, del tempo a disposizione, e via discorrendo. La maggior parte delle persone lo completa in tre o quattro giorni di cammino.

La partecipazione è libera?
La partecipazione è libera e ciascun camminatore organizza il Cammino come meglio crede, comprese le ospitalità.
Chi vuole fruire di un servizio Guida, può fare affidamento su quelle certificate del cammino, oppure può liberamente servirsi di altre Guide di fiducia.

Sono una Guida Ambientale Escursionistica: posso portare i miei clienti?
Certamente sì, puoi proporre liberamente il Cammino ai tuoi clienti organizzando il tutto come meglio credi.

Dove trovo le ospitalità lungo il cammino?
Tra gli altri, segnaliamo il portale turistico del Comune di Amelia e la pagina web della Regione Umbria dedicata alle strutture ricettive.
La guida cartacea contiene alcuni riferimenti utili per trovare ospitalità; è opportuno chiamare sempre in anticipo per verificare la disponibilità.

Come è segnato il Cammino?
In maniera completa con segnavia, pali, frecce direzionali, adesivi.
Il colore del cammino è il blu.

Il Cammino presenta difficoltà?
Il Cammino è adatto sia ai camminatori esperti, sia a quelli principianti, (ma sempre in ottime condizioni fisiche), dato che si possono decidere il numero di tappe da fare in un giorno.
I dislivelli sono limitati.
In ogni caso, è obbligatorio percorrerlo con attrezzature, abiti e calzature adatte ai trekking.

Il Cammino è percorribile in ogni periodo dell’anno?
Sì, non ci sono particolari problemi in nessuna stagione.

Il Cammino è percorribile in ogni verso?
Il Cammino è stato progettato per essere percorso in senso antiorario; di conseguenza la segnaletica e la descrizione passo passo seguono questa impostazione. Tuttavia con un po’ di attenzione ed utilizzando i file GPX è possibile percorrerlo anche nell’altro verso.

Dove trovo i file GPX del Cammino?
Li puoi ricevere gratuitamente scrivendo a:
info@camminodigermanico.it
Oppure li puoi scaricare autonomamente da Wikiloc.

Dove trovo la credenziale?
La credenziale è liberamente scaricabile dal sito.
Una volta stampata (sono due fogli, fronte e retro) va compilata e timbrata in ogni frazione.
Sono validi sia i timbri personalizzati con il logo del Cammino, sia quelli privati di ogni struttura.

Il Museo Archeologico di Amelia è sempre aperto?
Il Museo segue degli orari e dei giorni di apertura che è opportuno controllare nella pagina facebook dedicata, oppure nel sito, o meglio ancora telefonando direttamente al Museo (0744 978120).

Cosa c’è da vedere ad Amelia?
Amelia è una città talmente bella che è davvero difficile descrivere in breve tutte le cose che si possono vedere. Si può fare affidamento al portale turistico del Comune per avere una visione d’insieme.
Consigliamo vivamente all’inizio o al termine del cammino di dedicare almeno una giornata alla sua visita.

Esiste una mappa cartacea o digitale del Cammino?
Il Cammino percorre alcuni sentieri realizzati dal gruppo di lavoro dei Sentieri Amerini, ed altri completamente nuovi. Non esiste ancora una mappa che li riporti entrambi, ma certamente consigliamo di acquistare quella dei Monti Amerini realizzata da 4Land.
Una mappa digitale del cammino è visibile qui.

E’ possibile percorrere il Cammino in MTB?
Certamente sì, il percorso è quasi uguale a quello che si fa a piedi, con alcune piccole deviazioni. Potete chiedere il file GPX relativo sempre scrivendo a:
info@camminodigermanico.it
Se siete interessati a noleggiare le MTB elettriche, potete fare riferimento a Horizon Trek Umbria o altri servizi analoghi locali.

Guide Escursionistiche

E’ possibile percorrere il cammino liberamente, ma chi vuole può farlo anche con le Guide Ambientali Escursionistiche certificate del Cammino di Germanico.

Si tratta di professionisti che hanno ideato il percorso, ne curano la manutenzione e conoscono perfettamente il territorio attraversato.

Esse forniscono la migliore esperienza a singoli e gruppi che hanno voglia di camminare lasciandosi guidare nell’incantevole territorio amerino.

Eccole, in ordine alfabetico:

Alberto Ottaviani +39 338 162 2656
Marcello Paolocci +39 342 878 4501
Lorenzo Tomassini +39 333 426 5941
Elena Venturi +39 347 663 0742
Nazzareno Venturi +39 351 741 9893

Il Cammino in MTB

E’ possibile percorrere il Cammino di Germanico in MTB; in questo caso, il percorso è solo in alcuni punti leggermente diverso rispetto a quello che si effettua a piedi.

Potete chiedere la versione MTB dei file GPX del Cammino.

Altre risorse

Facebook
Esiste un gruppo Facebook ben frequentato da camminatori che hanno già percorso il Cammino di Germanico o che hanno intenzione di farlo. E’ un luogo utile per chiedere e dare informazioni.
https://www.facebook.com/groups/3286521794902001

Mappa online
https://umap.openstreetmap.fr/it/map/cammino-di-germanico_768861

Tutta la sentieristica
https://hiking.waymarkedtrails.org/#?map=13.0/42.5569/12.4123

Portale turistico della città di Amelia
https://www.turismoamelia.it/

Aggiornamenti

Prima di partire, consultare sempre il sito:

www.camminodigermanico.it

per verificare la presenza di eventuali aggiornamenti.