Può essere come stamattina in una cucina, o in sala, oppure in biblioteca, o in un bar, e perché no, sulla panchina di un parco. Talvolta il computer, ma sempre il blocco per appunti, la penna, il registratore, e vari documenti, diari, lettere, qualsiasi cosa parli di una vita. E poi un mare di parole, che fluiscono liberamente, nell’assoluta riservatezza.
Ogni volta che inizio, è una grande emozione.
Il mestiere di biografo, da quasi trent’anni.
La vita è come una clessidra
La vita è come una clessidra, dove la polvere è la nostra esistenza, che vive momenti larghi, agevoli, importanti, e poi di colpo si trova a passare in mezzo a qualche strettoia, dalla quale comunque con fatica si riesce ad uscire, per poi tornare nuovamente alla calma e alla tranquillità.
Ma poi qualcuno la gira quella clessidra, e si ricomincia daccapo, con le fasi tranquille ed i momenti di impiccio che si alternano, mentre il tempo scorre inesorabile, e noi cerchiamo di barcamenarci alla bell’e meglio.
Il naufragio della Querina
Era piena di ogni ben di Dio, la caracca. Questa non era ancora un vero e proprio galeone, ma ne rappresentava una sorta di prototipo, il meglio dell’epoca – siamo nel Quattrocento – per navigare lontano.
E lontano doveva andare, Pietro Querini, il proprietario e comandante. Da Creta, dove i suoi meravigliosi vigneti producevano una malvasia raffinatissima, fino alle Fiandre, nell’odierno Belgio, dove tutti quei barili sarebbero stati facilmente commercializzati. E insieme a loro, un tesoro fatto di spezie, allume di rocca, cera, cotone… Una nave ricca.
Guidare
“Camminiamo dappertutto, per boschi e campagne, per borghi e città, sulle montagne e in pianura. Camminiamo lentamente, adattando il nostro cammino a quello degli altri, godendo del paesaggio, del respiro e delle parole tra di noi.”
Avendo rispettato i requisiti richiesti, legati alle competenze, alle conoscenze e alle abilità della professione, e ottemperato agli obblighi della formazione permanente, ho potuto rinnovare la mia adesione ad AIGAE Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche, la principale organizzazione di categoria italiana.
Lei e lui
Lei si chiama Kate Brown, è governatrice dell’Oregon, nata nel 1960 in Spagna, e per questo, essendo di nascita straniera, non potrà mai diventare presidente degli Stati Uniti, la Costituzione americana non lo consente.
Lui si chiamava Leopoldo II d’Asburgo-Lorena, nato nel 1760 a Vienna, Granduca di Toscana e poi per un paio d’anni anche Imperatore del Sacro Romano Impero.
Sotto ad un fiore
Superstizioso da sempre – ma chi non lo era in quei tempi, in cui astrologia era scienza e l’alchimia pure! – gli era stato predetto che sarebbe morto sotto ad un fiore, vicino ad una porta di ferro.
E lui figuriamoci, non ne voleva sapere di andare a Florentia (Firenze) o Florentinum (Ferentino), o in qualsiasi altro posto che ricordasse un fiore, se ne teneva alla larga il più possibile, hai visto mai.
Guadiamo il Rio Grande
“Guadiamo il Rio Grande, che in questo punto in genere ha poca acqua, ma eventualmente possiamo camminare sopra ai blocchi di cemento posti sulla destra, per non bagnarci, e dopo il guado prendiamo subito la prima strada a destra in salita.”
Dalla “Guida al Cammino di Germanico”, scaricabile liberamente qui:
Il sentiero prosegue
“Il sentiero prosegue, costeggia un profondo canalone dopo aver piegato a destra, e si trasforma in una strada forestale un po’ più larga, in leggera discesa.
La discesa si fa più accentuata, e al termine di questa si arriva ad un grande campo coltivato.”
Dalla “Guida al Cammino di Germanico”, scaricabile liberamente qui:
La mia Africa
“In Africa avevo una fattoria ai piedi degli altipiani del Ngong. A centocinquanta chilometri più a nord su quegli altipiani passava l’equatore; eravamo a milleottocento metri sul livello del mare. Di giorno si sentiva di essere in alto, vicino al sole, ma i mattini, come la sera, erano limpidi e calmi, e di notte faceva freddo.”
Proprio il 2 dicembre, ma del 1913, la signora Karen Christentze Dinesen partiva per l’Africa, con l’idea di comprare una fattoria e di vivere finalmente in un contesto diverso, più libero e maggiormente immerso nella natura.
Era accompagnata da un cugino, che sarebbe poi diventato il suo primo marito.
Al termine del ponticello
“Al termine del ponticello prendiamo la prima a destra seguendo il sentiero 720 ed entriamo nel parcheggio del parco dedicato a Cafiero Liberati, ex sindaco di Amelia. Oltrepassiamo la sbarra e proseguiamo lungo il percorso pedonale che costeggia il Rio Grande, seguendo le indicazioni per il Lago Vecchio e il Ponte Nuovo.
In questa zona, a seconda della stagione, si possono ammirare diverse varietà di uccelli acquatici. Alla nostra sinistra ci sono alcuni esemplari di alberi da frutta di varietà antiche, mentre alla nostra destra la vegetazione tipica delle zone umide (pioppi, salici, ecc.).”
Dalla “Guida al Cammino di Germanico”, scaricabile liberamente qui:
Vilnius 700

Narra la leggenda che il granduca Gediminas, al termine di una giornata di caccia nella foresta sacra, si accampò nei pressi del fiume Vilnia per trascorrervi la notte.
Dopo essersi addormentato, cominciò a sognare un lupo di ferro in cima ad una collina, che ululava in modo strano, tanto che sembrava l’ululato di centinaia di lupi tutti insieme!
Guglielmo Tell
Nessuno rispettava volentieri l’obbligo di inchinarsi di fronte a quel cappello che – infilato in cima ad un palo nella pubblica piazza – rappresentava l’odiata autorità imperiale degli Asburgo.
Questi erano odiati perché facevano pagare un oneroso pedaggio a tutte le merci che transitavano dal passo del San Gottardo, e gli Svizzeri erano stufi di pagare, pagare, pagare, per ogni cosa che passava di lì.
Wilhelm, ad esempio, non ne voleva proprio sapere, era più forte di lui, e quel giorno non abbassò la testa. Albrecht, il balivo, lo venne a sapere, e lo citò in tribunale.
C’è qualcuno?
Non sono molto tecnologico, giusto un minimo, e quindi non seguo statistiche e cose del genere.
Però mi sono sempre domandato se questo sito avesse dei visitatori, e allora provo a porre la domanda direttamente: c’è qualcuno? Se sì, mi scrivete una riga di saluto tramite la pagina dei contatti?
Grazie!
Sbarcare il lunario
Buon compleanno a Vlad III
Buon compleanno a Vlad III di Valacchia, il personaggio storico a cui si ispirò Bram Stoker, autore di uno dei miei libri preferiti, “Il Conte Dracula”, per tratteggiare il grottesco protagonista.
L’originale non era da meno, fu principe anziché conte, e particolarmente prodigo di impalamenti come metodo di uccisione dei condannati a morte, mentre non sono segnalate per così dire donazioni di sangue dei malcapitati.
Nato il 2 novembre, del 1431, per qualcuno fu un eroe, per altri meno, ma la storia ce lo ha consegnato così, e così ce lo teniamo.
Io me la ricordo ancora
Io me la ricordo ancora, quell’ultima stanza del vecchio casolare di campagna, quasi ridotto ad un rudere, perché i miei nonni, ormai da tempo, si erano trasferiti in paese. Era l’unica in cui non ci pioveva, non c’erano più porte né finestre, ma lì le drupe un po’ verdi, un po’ viola, un po’ nere, a seconda del grado di maturazione, rimanevano ad asciugare, prima di essere portate al frantoio.
Duca della Via Vandelli
Sono un biografo, ma sono anche una Guida Ambientale Escursionistica, mi piacciono i cammini, e ultimamente ho fatto la Via Vandelli.
Elogio della calvizie
“Andate al museo a cercare le statue di un Diogene, un Socrate o quale altro saggio volete: vi troverete al cospetto di una sfilza di calvi.
Un Apollonio e qualche altro affabulatore sono in realtà forniti di chioma ma appaiono calvi alla folla dominata dalle loro parole, dalla loro potente ciarlataneria: cosa riconosciuta dai legislatori quand’essi valutano onorevole la saggezza e riservano le pene agli stregoni. Con ciò, io ammiro Apollonio e vorrei che facesse parte davvero della schiera dei calvi.
Insomma, chi è saggio è calvo, chi non è calvo non è saggio.”
Chi sa, sa
In queste settimane nel nostro Paese si torna a scuola, o all’università. Studiare è bellissimo, se diventassi ricco altroché Ferrari o viaggio a Miami, impiegherei il mio tempo a studiare liberamente quello che mi interessa, ma non sono ricco e quindi… studio lo stesso, anche se meno di quello che vorrei.
Voglio vedere il mare
Fra tutti i pirati e i corsari italiani (perché ce ne furono anche del nostro Paese), quello che mi ha affascinato di più è stato Giuseppe Bavastro, un nome poco noto fuori dall’ambiente della nostra marineria.
Partorito da sua madre nella spiaggia di Sampierdarena, dalle parti di Genova, e subito dopo lavato con l’acqua salata del mare stesso, salì su una nave per la prima volta da neonato, messo in una cesta e trasportato da Genova a Nizza nell’imbarcazione di suo zio.
Un predestinato.